"Omya investe: speriamo che assuma"

Apertura ad Avenza di un nuovo impianto della multinazionale. Graziani (Uiltec): "Ci auguriamo ci siano risvolti occupazionali".

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"Si sta per completare l’iter di realizzazione di un nuovo impianto da parte di Omya che promette di essere assolutamente rivoluzionario per il settore. Un investimento così importante su Carrara che l’azienda sta pensando di chiudere la stessa attività che oggi sta svolgendo in un impianto francese. Ci auguriamo che a questo nuovo investimento seguano anche assunzioni sul territorio perché non bisogna dimenticarci che il valore aggiunto prodotto dal colosso sul nostro territorio dipende dallo sfruttamento di un bene naturale non ripetibile ossia le nostre Apuane". La prossima apertura del nuovo impianto all’avanguardia di Omya è certo una buona notizia secondo Massimo Graziani (nella foto), segretario Uiltec Toscana nord, ma bisogna capire anche quali saranno gli impatti sull’economia del territorio e, in particolare, sull’occupazione visto che la provincia ha tanta fame di lavoro. "La multinazionale è riuscita a reggere lo stop dei mercati internazionali grazie soprattutto alla produzione di polvere di carbonato di calcio che non si è mai fermata neppure in piena pandemia. Anzi, negli ultimi mesi ha pure visto un incremento. Ad aver risentito del lockdown che piano piano è diventato più o meno globale, con la chiusura delle frontiere, è stata invece la produzione di slurry (in pratica una miscela fluida contenente polveri finissime in sospensione). Oggi l’azienda è di fatto pronta a partire però con un nuovo impianto produttivo di carbonato di calcio, più piccolo realizzato mediante l’ampliamento di un edificio già esistente nel sito di Avenza. Un percorso iniziato a primavera nel 2019 e a fine luglio è arrivato anche l’ok della Regione alle emissioni in atmosfera del nuovo impianto che funzionerà grazie a due bruciatori a metano".

A oggi l’attività di Omya prevede di selezionare carbonato di calcio con granulometria inferiore ai 4 millimetri da ridurre in ‘farina’ con granulometria di fino ad alcune decine di micron. Il nuovo impianto avrà il compito di riuscire a creare una con un diametro inferiore al micron. "Una produzione che fino a oggi la multinazionale faceva in Francia ma che ha deciso di spostare a Carrara – prosegue –, andando a chiudere al tempo stesso lo stabilimento francese. Un investimento importante – conclude – che certo rappresenta una boccata di ossigeno per il territorio e l’economia dell’azienda che ha comunque sofferto gli effetti di Covid19, ma che ci auguriamo abbia buoni risvolti occupazionali di cui le famiglie apuane hanno tantissimo bisogno".