"Omotransfobia, legge pericolosa"

Gli organizzatori della protesta a Pontremoli contro la legge Zan: "Mina la libertà di espressione".

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di Ludovica Criscitiello

C’erano una sessantina di persone, domenica in Piazza Italia alla veglia silenziosa “Restiamo liberi”, iniziativa promossa da Sentinelle in Piedi, Pro Vita & Famiglia e altre associazioni, alla veglia di protesta silenziosa contro il ddl sull’ omotransfobia, altrimenti detto “legge Zan“ dal nome del suo primo firmatario, il deputato Pd Alessandro Zan. La legge mira a punire come reati discriminatori anche "le condotte dettate da intento persecutorio nei confronti di persone omosessuali o transessuali, proprio in dipendenza del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere". Un provvedimento che ha scatenato diverse reazioni, tra cui quelle delle suddette associazioni in difesa, come sostengono, della libertà di espressione. "Nel pieno di una crisi economica e sociale – hanno detto alcuni degli organizzatori della veglia - in Parlamento preferiscono far approvare una legge sulla cosiddetta omotransfobia che in realtà è del tutto ingannevole, poiché si presenta come necessaria per punire le violenze verso persone con attrazione per il lo stesso sesso. Ma chiunque sa che ogni violenza è già punita dal nostro ordinamento giuridico. Una legge pericolosa perché mira a istituire un nuovo reato, quello di omotransfobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni che colpiranno chiunque esprimerà un pensiero non allineato al mainstream". E continuano:"In caso di approvazione del testo sarà possibile per chi gestisce una palestra, vietare l’accesso agli spogliatoi per donne a maschi cosiddetti transgender che si “sentono donne”? Sarà possibile, in una gara femminile, escludere un cosiddetto transgender maschio? Potrà un genitore evitare che il figlio partecipi ad attività scolastiche organizzate da realtà lgbt? Un sacerdote potrà citare pubblicamente la dottrina cristiana sul matrimonio e sulla sessualità, e insegnarla? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alle adozioni cosiddette omo-genitoriali? Sarà ancora possibile contestare una legge, come quella sulle unioni civili, senza rischiare di essere denunciati? Per tutte queste domande il ddl sulla omotransfobia ha una sola risposta: no. Già ora sono pesantissime le conseguenze di chi si oppone al pensiero mainstream". In conclusione "Con questa legge, dire la verità sulla natura dell’uomo diventerà reato. In un tempo in cui il potere si accentra sempre più nelle mani di pochi, l’istituzione del reato di opinione è un passo ulteriore verso la censura, di qualsiasi dissenso".