Oltre mille alpini si sono incontrati sui monti sopra Fivizzano

Domenica scorsa la pioggia non ha impedito il raduno delle “Penne Nere“ giunte da tutta la Toscana e dall’Emilia

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di Ropberto Oligeri

La pioggia non ha fermato le oltre mille “Penne Nere“ che domenica scorsa si sono ritrovate sopra Fivizzano, per la precisione a Cerreto Laghi. Qui da lunghi anni la prima domenica d’agosto, gli Alpini di Massa-Carrara e di Reggio Emilia si incontrano per consolidare la loro proverbiale amicizia. Quest’anno fra l’altro c’era un motivo ulteriore per far convergere al Cerreto questi soldati di montagna che non hanno mancato all’appuntamento coinvolgendo in molti casi i propri familiari. "In quest’angolo di confine oggi abbiamo inaugurato - ha spiegato Enzo Simonelli, consigliere nazionale ANA - un monumento dove è impressa nel marmo apuano la “Preghiera dell’Alpino“. Si può annoverare come Sacrario delle Penne Nere delle Valli Toscane e Reggiane e di tutti gli Alpini dell’Appennino che in questo 2022 festeggiano i 150 anni dalla fondazione del Corpo". Alla manifestazione erano presenti il coordinatore della protezione civile del 4° Raggruppamento nazionale, il lunigianese Sauro Lambruschi, con i rappresentanti ed i vessilli delle sezioni di: Reggio Emilia,Modena, Vicenza, Pisa, Lucca, Livorno e degli Alpini di Francia. La sezione Alpi Apuane di Massa-Carrara era rappresentata dal presidente provinciale Domenico Mori. Per le autorità civili, erano presenti il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti e la Provincia di Massa-Carrara (che aveva il proprio gonfalone) era rappresentata dall’assessore Giovanni Longinotti. Ad officiare la Santa Messa è stato monsignor Antonio Vigo, cappellano militare, che nella propria omelia recitava la commovente lettera del generale di Corpo d’Armata Cornacchione, già comandante della Taurinense, con cui dava la spiegazione del concetto di “alpinità“. Accompagnava la funzione religiosa il “Coro San Giorgio“ di Filattiera diretto dal Maestro Carnesecca, mentre un soprano superlativo, la moglie del maestro Lombardi,direttore della Banda Musicale di Moncigoli, già alpino nella Fanfara della Taurinense, intonava il “Panis Angelicum“. Il giorno prima, sabato , a 1.750 metri d’altezza, sul Monte La Nuda, c’era stata già una Messa al campo fra macchie di lamponi e brughiere di mirtilli. Un ristretto drappello di Penne Nere era salito fin lassù in seggiovia con in testa l’officiante monsignor Vigo, il cappellano che durante l’ascenzione in vetta aveva trovato il tempo di confessare il compagno che gli era fianco. Nel contesto del rito religioso, Pier Giorgio Belloni ha presentato poi al gruppo due volti nuovi: "Questi sono Filippo ed Emanuela venuti espressamente da Vicenza, due giovani volontari alpini che durante i momenti più duri del Covid prestavano servizio a Bergamo, nell’ospedale da dove i morti venivano portati via con i camion militari..." " Ecco, questi sono gli Alpini-confida il cappellano al cronista-nei frangenti più difficili dove gli altri si tirano indietro e davanti a te c’è solo deserto, loro ci sono e ci saranno sempre".