“L’Olocausto dopo l’Olocausto”: successo al Meucci per la conferenza del professor Riccardo Forfori. "Le reazioni dei sopravvissuti – spiega Forfori – sono di vergogna, silenzio, prima, bisogno di raccontare poi: Hanna Frank inaugurerà il filone". "Se questo è un uomo di Primo Levi – prosegue l’insegnante – risponde a un desiderio di raccontare come impulso immediato e violento: Levi prevede il ritorno del negazionismo". Forfori sottolinea come “Sedici ottobre del 43” di Giacomo De Benedetti, sia il primo libro sulla Shoah. Secondo la critica, “Scorciatoie e raccontini” di Saba suggerirà a Elsa Morante il personaggio di Jole ne “La storia”. Ma quali sono le motivazioni che portano a non testimoniare? "Competizione delle sofferenze, fastidio, vergogna. Si passerà poi dalla memoria individuale a quella collettiva e contribuiranno gli eventi mediatici tra i quali film ma anche vicende reali come il processo Eichmann, interamente ripreso e diffuso in tutto il mondo. Si ha una spettacolarizzazione del processo con l’intento di costruire una memoria collettiva. La filosofa Hanna Arendt vi assisterà arrivando a teorizzare la “Banalità del male”. Col progetto ’Survivors’ si raccolgono tutte le testimonianze possibili prima della scomparsa dei testimoni. La trasmissione di memoria per riscrivere la storia".