L’oligarca russo non è nella black list. Congelato solo lo yacht, liberi gli altri beni

Khudainatov possiede anche villa Altachiara a Portofino e i suoi conti non sono bloccati: il provvedimento preso a scopo preventivo

Lo yacht Scheherazade di Putin vale oltre 700 milioni di euro

Lo yacht Scheherazade di Putin vale oltre 700 milioni di euro

Carrara, 12 maggio 2022 - Procedono gli accordi per la gestione di Scheherazade, lo yacht di 140 metri ormeggiato nelle banchine del cantiere navale di The italian sea group. Il demanio sta procedendo con l’iter che prevede contatti di gestione che subaffidano l’imponente imbarcazione a Giovanni Costantino, ceo del cantiere, e consentono all’armatore russo i pagamenti per tutti i servizi che si stanno svolgendo nella yard di Costantino. Sarà poi Guy Bennett Pearce il comandante inglese del super yacht a dover formulare richiesta al Comitato per la guerra, ente deputato a concedere l’autorizzazione al pagamento. L’armatore è il russo Eduard Yurievich Khudainatov , imprenditore ex presidente di Rosneft, la compagnia petrolifera di proprietà in maggioranza del governo russo, adesso proprietario della Ojsc Independent Oil and Gas company. Un magnate russo che tuttavia non appartiene alla black list dei 465 oligarchi che fanno parte della Duma o che per motivi vari sono molto vicini al presidente della Russia Vladimir Putin.

Lo yacht Scheherazade di Putin vale oltre 700 milioni di euro
Lo yacht Scheherazade di Putin vale oltre 700 milioni di euro

Nonostante i documenti di Scheherazade siano stati passati al setaccio dai servizi segreti internazionali e l’attenzione della Guardia di finanza italiana non sia mai scemata sullo yacht, l’oligarca non è mai rientrato fra coloro cui hanno bloccato i beni o colpito con sanzioni. Tanto è vero che di tutti suoi averi soltanto lo yacht ormeggiato a Marina è stato congelato. Così Khudainatov può continuare a pagare i vari servizi di cui beneficia in Italia. Sarà il Comitato per la guerra ad autorizzare i pagamenti perché nonostante i conti del magnate non siano bloccati, dalla Russia i bonifici arrivano soltanto dietro autorizzazione. Tuttavia – è stato spiegato da fonti che si occupano della questione – il Governo italiano ha tutto l’interesse affinché i pagamento vengano soddisfatti in modo da non creare disagi alle aziende italiane che operano con la Russia. La questione del congelamento dello yacht Scheherezade – è stato spiegato – sembra segua piuttosto il clamore mediatico partito soprattutto dalla stampa Usa.

In questo caso il governo italiano ha provveduto al congelamento in una sorta di operazione preventiva. Tuttavia non appartenendo Khudainatov alla lista nera e avendo tutti i beni liberi (oltre allo yacht da 700 milioni di euro tenuto come un gioiello nel cantieri di Admiral Tecnomar del patron Giovanni Costantino, il magnate russo ha altri interessi in Italia, questa volta immobili come villa Villa Altachiara a Portofino, acquistata per 25 milioni di euro), i pagamenti a Costantino procedono spediti e secondo l’agenda del cantiere. Anzi è di questi giorni la notizia che l’armatore stesso potrebbe chiedere ulteriori lavori e protrarre la presenza a Marina fino a novembre e non, come era previsto, fino al prossimo settembre. Sarà adesso interesse di Costantino rimuovere per qualche settimana lo yacht dall’attuale ormeggio alla banchina ’Eugenio Chiesa’ per poter effettuare lavorazioni su altre importanti imbarcazioni in sosta nel cantiere.

Il resto è uno yacht che già prima dello scoppio della guerra aveva fatto parlare di sé soprattutto per il lusso e le dimensioni: 140 metri di glamour, 700 milioni di costo, quattro ponti e tutti gli optional che un gioiello galeggiante di quelle dimensioni può avere.