Acqua, duecento anti-Gaia in corteo: "Ora basta"

Comitati in strada contro il gestore idrico. Sventolate le bollette "esose". Presto una nuova assemblea pubblica con i sindaci

Corteo a Massa (foto Nizza)

Corteo a Massa (foto Nizza)

Massa, 31 ottobre 2019 - Circa 200 persone per dire no a Gaia. Con lo slogan «Niente se e niente ma fuori Gaia dalla Spa» ieri pomeriggio il corteo rappresentativo di ben nove comitati è partito da piazza Liberazione procedendo in viale Democrazia per sostare poi sotto il municipio, dove alcuni esponenti hanno preso parola. L’obiettivo è univoco: la trasformazione di Gaia Spa in ente di diritto pubblico. La manifestazione di protesta è stata organizzata dal Coordinamento dei comitati e delle associazioni per depurazione, bonifiche e ripubblicizzazione dell’acqua del servizio idrico con l’associazione per i diritti dei cittadini Adic Toscana, l’associazione Phoenix cinematografica, il Comitato Acqua alla gola, il Comitato salute e ambiente di Massa Carrara, il Forum Toscano dei Movimenti per l’acqua, il Movimento Consumatori Nazionale, il Movimento Consumatori Toscana.

Per la manifestazione sono state impegnate numerose unità delle forze dell’ordine in previsione di una mobilitazione massiccia, ma c’è stata una scarsa partecipazione. Eppure il caro bollette è molto sentito anche dalle famiglie massesi: «Ecco la mia bolletta – sventola Pasquale Mazzei – : 8,72 euro di consumo e 85 euro di bolletta». Casi analoghi a quelli di Mazzei ce ne sono parecchi. Nonostante la scarsa affluenza, la voce dei comitati si è fatta sentire e la protesta proseguirà: quello che si chiede, tra le altre cose, è rivedere il piano tariffario. Decisa la portavoce del Comitato organizzatore, Ersilia Mignani: «Prossimamente organizzeremo un’assemblea pubblica invitando i sindaci a partecipare. Chiediamo ai sindaci dei Comuni soci di Gaia una risposta urgente in merito alla effettiva intenzione di trasformare Gaia in ente di diritto pubblico».

Hanno preso parola Clara Gonnelli e Rossella Michelotti del Forum dei movimenti per l’acqua, ricordando come il referendum del 2011 non sia stato rispettato. In quella consultazione, la maggioranza degli elettori votò contro la privatizzazione del sistema idrico. Sono intervenuti anche gli ambientalisti Eros Tetti e Alberto Grossi, sottolineando l’impatto che le cave hanno sul territorio e sul caro acqua, incrementando il costo della depurazione dovuta all’inquinamento da marmettola, costo che però viene spalmato sulle bollette dei cittadini. Insomma, per i comitati è ora di avviare un tavolo di confronto con il Coordinamento per una valutazione collettiva dei problemi legati al caro acqua. © RIPRODUZIONE RISERVATA