Noto imprenditore muore dopo lungo calvario

Un’odissea ospedaliera di 3 anni per Giuseppe Baldoni. Tutto è nato da un’operazione all’ernia. Aveva 76 anni, lascia la moglie e due figli

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di Stefano Guidoni

Se ne è andato nei giorni scorsi dopo un calvario durato tre anni, Giuseppe Baldoni, 76 anni, noto commerciante massese costretto ad arrendersi dopo una serie di complicanze mediche che hanno stravolto la sua vita, fino allora impegnata e serena. Tutto ha avuto inizio con un’operazione a un’ernia inguinale avvenuta all’ospedale di Pontremoli, in Lunigiana, Da quel momento è stato un susseguirsi di malesseri ed interventi su cui tuttora la famiglia si domanda "il perché, e se si potevano evitare", che hanno prima complicato poi aggravato il suo stato di salute, costringendolo a ricorrere più volte ai camici bianchi e agli ospedali, con degenze di settimane e anche di mesi nei reparti di terapia intensiva, sub intensiva e di medicina, l’ultimo dei quali si è rivelato fatale.

Difficile trovare in città chi non conoscesse Baldoni, anche per quel suo modo di fare schietto e diretto, aveva sempre la battuta pronta, all’occorrenza anche pungente. Commerciante nato, dopo aver portato avanti la tradizione di famiglia gestendo un negozio di generi alimentari insieme alla moglie Loredana Mazzei, per tutti ’Lori’, ha intrapreso prima la strada della distribuzione automatica di alimenti e bevande e poi anche quella della vendita del caffè. ’L’Aroma del caffè’, il marchio che lui stesso ha ideato, oggi conta due punti vendita tra Massa e Carrara. Dice di lui chi lo conosceva bene che "era improbabile che Giuseppe terminasse la giornata senza mettere a segno una vendita in più del previsto, o non portando a casa un nuovo cliente rispetto a quelli che già aveva fidelizzato". Che ci sapesse fare glielo riconoscevano tutti.

Una chiesa gremita di parenti, amici e conoscenti, quella dove si è svolto il funerale, seguito dal caloroso abbraccio andato sia alla moglie, che per tre lunghi anni non è stata solo una compagna di vita, bensì anche un’infermiera e una spalla su cui appoggiarsi durante tutto il calvario, che ai suoi adorati figli Massimo e Marco, a testimonianza dell’affetto che tutti nutrivano per Baldoni.

"Negli ospedali abbiamo trovato dottori, infermieri e personale sanitario preparato e umanamente attento, a cui saremo sempre riconoscenti – dicono addolorati moglie e figli – ma ci siamo anche imbattuti in persone che non meriterebbero di indossare quei camici, perché non possiedono le attenzioni e la sensibilità necessarie per stare in quell’ambiente". Ancora in vita Giuseppe Baldoni aveva ottenuto la soddisfazione, se così si può definire, di vedersi riconoscere l’errore subito a sue spese dalla struttura ospedaliera alla quale si era rivolto inizialmente. Ancora tanta la rabbia dei familiari, tuttora convinti che "quello non è stato l’unico errore". Giuseppe Baldoni verrà ricordato nel corso di una messa in programma questa domenica, alle ore 18, nella chiesa del santuario dei Quercioli.