No vax, multa di 100 euro "Una scelta assurda"

L’infermiera simbolo del Covid Martina Benedetti polemizza su Facebook "È questo il prezzo dei sacrifici che noi sanitari facciamo da due anni?"

Migration

di Ludovica Criscitiello

Cento euro di multa una tantum agli over 50 che rifiutano il vaccino contro il Covid. L’ennesimo schiaffo in faccia a chi, come medici, infermieri e personale sanitario le conseguenze della pandemia le sta scontando sulla propria pelle da due anni. Lo scrive a chiare lettere in un post su Facebook Martina Benedetti, l’infermiera del Noa simbolo della lotta al Covid, che il 12 marzo 2020 per denunciare la situazione drammatica degli ospedali scattò una foto al proprio viso stremato e con i segni lasciati dalle mascherine. Un selfie che fece il giro del mondo. "Il prezzo della nostra salute. Delle nostre vite – scrive Martina –. Dei sacrifici che facciamo da due anni, soprattutto noi operatori sanitari –. Per l’ennesima volta saremo noi in prima linea a pulire tutto il fango derivante dall’assenza di decisioni forti e coraggiose". Decisioni, quindi, secondo Martina che non fanno altro che peggiorare le difficoltà di un sistema sanitario già stremato e che sono esplose con la pandemia. "Scelte assurde che ricadranno sulle nostre schiene già gravate da due anni di fatica". Fatica che si somma alle resistenze dei no vax che perfino in corsia, nelle terapie intensive occupate principalmente da loro, se la prendono con il personale sanitario. Tra aggressioni fisiche e verbali, come hanno testimoniato molti medici e infermieri che, nonostante tutto, senza fare distinzione, cercano di salvare loro la vita.

"Tranquilli – continua Martina – Vi faremo tornare a ballare l’estate, a far “girare l’economia”, a bearvi di riconoscimenti per il lavoro da noi svolto. Definirlo “lavoro” è ogni giorno sempre più difficile perché è una situazione che ingloba la vita. Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto. Karma". Ed ecco che si affollano a valanga i commenti al veleno sotto il suo post. Quelli di chi inneggia alla dittatura sanitaria o di chi addirittura le dà dell’ “ipocondriaca“. C’è chi le dice che “è sbagliato invocare il karma perché sono gli ospedali a voler le terapie intensive piene per i loro interessi economici“.

Attacchi che si sono ripetuti in questi anni insieme alle minacce. Soprattutto da quando è diventata un’icona. Nel dicembre del 2020 le fu assegnato da Gianni Letta il premio speciale Laurentum 2020 per i suoi sforzi in corsia durante il periodo più difficile della pandemia. Ha scritto anche un libro intitolato “Non siamo pronti: Lettere digitali dal fronte Covid-19“ insieme ad Anna Vagli per raccontare storie che vengono non solo dagli ospedali, ma anche dalle carceri e dalle case delle donne vittime di violenza. In uno degli ultimi post che aveva scritto aveva spiegato che a far paura a lei e ai suoi colleghi non era la lotta al Covid, ma "il clima di diffidenza e paura che si respirava tra la gente soprattutto verso la scienza". E ancora più frustrante, secondo l’infermiera ventinovenne di Montignoso, era ed è veder morire persone che se solo avessere fatto una scelta diversa si sarebbero potute salvare.