Morta dopo l’operazione al cuore, la figlia: "Vogliamo giustizia per nostra mamma"

Parla Gabriella, la figlia di Rosamaria Intilia, la 69enne deceduta dopo un’operazione al cuore. Indagati 50 tra medici e infermieri

Un intervento chirurgico (foto repertorio)

Un intervento chirurgico (foto repertorio)

Massa, 25 novembre 2022 - «Vogliamo soltanto giustizia per nostra mamma". A parlare è la figlia di Rosamaria Intilia, 69 anni, originaria di Udine, deceduta il 15 giugno dopo la degenza alla Don Gnocchi per un’operazione al cuore all’ospedale di Cisanello. E per la vicenda sono una cinquantina gli indagati, tra medici e infermieri, che adesso martedì saranno davanti al giudice dell’udienza preliminare Marta Baldasseroni, per comprendere se saranno rinviati o meno a giudizio per le accuse di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario.

Nello specifico i professionisti fanno parte di tre strutture ospedaliere: trenta della Don Gnocchi di Marina di Massa, sei del presidio ospedaliero dell’Opa, undici dell’ospedale di Cisanello e due del Noa. Questo perché la donna era stato sottoposta a un’operazione al cuore proprio nell’ospedale pisano, poi era stata in degenza alla Don Gnocchi di Marina di Massa. Durante questo periodo aveva iniziato ad avere dolori alla spalla e al braccio. A un primo esame era risultata senza problemi, il secondo esame medico però aveva evidenziato delle complicazioni e quindi la paziente era prima stata mandata al pronto soccorso del Noa, successivamente all’Opa. Il giorno dopo è deceduta.

Tutti gli indagati sono residenti nella nostra provincia, Versilia, Pisa e provincia e Livorno. Lo scorso 21 giugno era stata eseguita l’autopsia sul corpo della 69enne dal medico legale David Forni, su delega della Procura, nell’inchiesta che era stata aperta dalla Pm Giulia Giancola.

"Mia madre – prosegue nel racconto la figlia Gabriella – era venuta da noi a Viareggio per essere operata al cuore, visto che c’era il primario di Cisanello che l’aveva seguita dall’inizio della sua malattia. Il decesso ci ha colpito profondamente, proprio per questo abbiamo deciso di fare chiarezza, in quanto crediamo nella giustizia. Secondo la nostra ipotesi qualcosa potrebbe essere andato storto non a Pisa, ma forse a Massa. Ma ripeto, questo deve essere chiarito dalla magistratura, non siamo noi a dare giudizi".

La famiglia sta provando ad andare avanti dopo il grande dolore patito a causa della scomparsa di Mariarosa, avvenuta il 15 giugno: "Mamma era una persona serena, molto altruista, empatica. Dico di più, era infermiera quindi sapeva come stare con le persone. La notizia del suo decesso ci è arrivata come un fulmine a cielo aperto. Nessuno ci ha contattati, il reparto dove stava effettuando la degenza non ci rispondeva al telefono inizialmente. Soltanto dopo tante chiamate abbiamo capito che era andata in pronto soccorso. Ora vogliamo capire cosa è successo veramente cosa è successo". Con molta probabilità l’udienza di martedì sarà utile alle parti per presentare le loro tesi, in attesa della decisione del giudice, che dovrebbe avvenire a inizio del nuovo anno.