Il castello di Moneta, un gioiello per molto tempo dimenticato

di Daniele Rosi   Recuperare il castello di Moneta nell’interesse della collettività. Questo il messaggio alla politica locale dell’architetto Corrado Lattanzi, presidente dell’Istituto valorizzazione castelli e invitato ieri per un confronto nella commissione cultura presieduta da Maria Mattei. Un’occasione per fare il punto della situazione sull’antica rocca, in passato borgo fortificato, poco distante da Carrara, ritenuta una realtà da valorizzare e inserire nel contesto dei castelli lunigianesi con iniziative culturali e turistiche. Non tutta la zona intorno alla rocca è di proprietà del Comune, che anni fa rilevò dalla famiglia Dervillé la parte del mastio.  Durante la commissione, il presidente dell’associazione ‘Salviamo il castello di Moneta’, Luigi Giovanelli, ha mostrato ai consiglieri fotografie aeree dei droni o interne all’area, facendo un resoconto storico e progettuale. Alcune parti del castello sono state oggetto in passato di restauro conservativo e messa in sicurezza. "All’epoca di Lucio Segnanini si avviò un progetto di nove lotti – ha spiegato Giovanelli – di cui sono stati realizzati i primi tre. Le cose si sono poi fermate anche se in questi ultimi anni l’interesse verso il castello è cresciuto. Si pensa che sia quasi tutto diroccato ma così non è perché ci sono delle basi, e si potrebbe dare ulteriore slancio valorizzando l’area". Una proposta su cui anche Maria Mattei, presidente della commissione cultura, ha ricordato l’importanza per l’inserimento di un percorso all’interno della rete dei castelli per benefici nel turismo, nei musei e nelle biblioteche, seguendo l’indirizzo dato dalla Regione. "Si tratta di un percorso che parte dalla proposta legge di Valdo Spini – ha aggiunto Mattei – che innescò tante azioni concrete sui castelli lunigianesi. Anche la legge regionale 46 del 2016 ha dato vita a una serie di bandi per puntare alla valorizzazione dei castelli e dei percorsi culturali".  L’architetto Lattanzi ha quindi lanciato un invito all’attuale amministrazione affinché si ricominci a parlare in modo concreto del castello di Moneta e di un suo rilancio. "Non so cosa abbia in mente di fare l’amministrazione – ha spiegato Lattanzi – ma spero che nei piani ci sia quello di rilanciare l’area perché per vent’anni è stata lasciata nel dimenticatoio. Serve un percorso degli uffici sullo stato dei luoghi, di individuazione delle parti private e pubbliche, e un percorso preliminare che sia da base a una successiva fase progettuale. Pensiamo a restituire al mondo l’esistenza di questo luogo visto che tanti cittadini non sanno nemmeno della sua esistenza. Come istituto abbiamo individuato un progetto generale in cui inserire il castello di Moneta all’interno della terra dei cento castelli".  Molte le osservazioni e gli stimoli forniti anche dall’opposizione presente in commissione, soprattutto con la raccomandazione all’amministrazione di agire in fretta e dare un segnale. "Visto che i primi tre lotti sono stati fatti, penso che intanto avviare il quarto sarebbe un primo messaggio della giunta – ha sottolineato Cosimo Ferri -. Serve chiarezza politica e capire se si possa accedere a finanziamenti". Il consigliere Massimiliano Manuel ha precisato come, se da un lato sia bene mettere mano al castello, dall’altro però sia fondamentale anche pensare al contesto intorno, in modo da sviluppare occupazione. "Bisogna capire se l’amministrazione voglia investire in questa struttura – ha aggiunto Simone Caffaz, che ha proposto un sopralluogo sul posto – perché è una vicenda su cui bisogna fare chiarezza". Appello a cui si è aggiunto anche il consigliere Andrea Tosi, che ha auspicato maggiori risposte in maniera dettagliata da parte degli assessori.

Cronaca

di Daniele Rosi 

Recuperare il castello di Moneta nell’interesse della collettività. Questo il messaggio alla politica locale dell’architetto Corrado Lattanzi, presidente dell’Istituto valorizzazione castelli e invitato ieri per un confronto nella commissione cultura presieduta da Maria Mattei. Un’occasione per fare il punto della situazione sull’antica rocca, in passato borgo fortificato, poco distante da Carrara, ritenuta una realtà da valorizzare e inserire nel contesto dei castelli lunigianesi con iniziative culturali e turistiche. Non tutta la zona intorno alla rocca è di proprietà del Comune, che anni fa rilevò dalla famiglia Dervillé la parte del mastio. 
Durante la commissione, il presidente dell’associazione ‘Salviamo il castello di Moneta’, Luigi Giovanelli, ha mostrato ai consiglieri fotografie aeree dei droni o interne all’area, facendo un resoconto storico e progettuale. Alcune parti del castello sono state oggetto in passato di restauro conservativo e messa in sicurezza. "All’epoca di Lucio Segnanini si avviò un progetto di nove lotti – ha spiegato Giovanelli – di cui sono stati realizzati i primi tre. Le cose si sono poi fermate anche se in questi ultimi anni l’interesse verso il castello è cresciuto. Si pensa che sia quasi tutto diroccato ma così non è perché ci sono delle basi, e si potrebbe dare ulteriore slancio valorizzando l’area". Una proposta su cui anche Maria Mattei, presidente della commissione cultura, ha ricordato l’importanza per l’inserimento di un percorso all’interno della rete dei castelli per benefici nel turismo, nei musei e nelle biblioteche, seguendo l’indirizzo dato dalla Regione. "Si tratta di un percorso che parte dalla proposta legge di Valdo Spini – ha aggiunto Mattei – che innescò tante azioni concrete sui castelli lunigianesi. Anche la legge regionale 46 del 2016 ha dato vita a una serie di bandi per puntare alla valorizzazione dei castelli e dei percorsi culturali". 
L’architetto Lattanzi ha quindi lanciato un invito all’attuale amministrazione affinché si ricominci a parlare in modo concreto del castello di Moneta e di un suo rilancio. "Non so cosa abbia in mente di fare l’amministrazione – ha spiegato Lattanzi – ma spero che nei piani ci sia quello di rilanciare l’area perché per vent’anni è stata lasciata nel dimenticatoio. Serve un percorso degli uffici sullo stato dei luoghi, di individuazione delle parti private e pubbliche, e un percorso preliminare che sia da base a una successiva fase progettuale. Pensiamo a restituire al mondo l’esistenza di questo luogo visto che tanti cittadini non sanno nemmeno della sua esistenza. Come istituto abbiamo individuato un progetto generale in cui inserire il castello di Moneta all’interno della terra dei cento castelli". 
Molte le osservazioni e gli stimoli forniti anche dall’opposizione presente in commissione, soprattutto con la raccomandazione all’amministrazione di agire in fretta e dare un segnale. "Visto che i primi tre lotti sono stati fatti, penso che intanto avviare il quarto sarebbe un primo messaggio della giunta – ha sottolineato Cosimo Ferri -. Serve chiarezza politica e capire se si possa accedere a finanziamenti". Il consigliere Massimiliano Manuel ha precisato come, se da un lato sia bene mettere mano al castello, dall’altro però sia fondamentale anche pensare al contesto intorno, in modo da sviluppare occupazione. "Bisogna capire se l’amministrazione voglia investire in questa struttura – ha aggiunto Simone Caffaz, che ha proposto un sopralluogo sul posto – perché è una vicenda su cui bisogna fare chiarezza". Appello a cui si è aggiunto anche il consigliere Andrea Tosi, che ha auspicato maggiori risposte in maniera dettagliata da parte degli assessori.

Moneta, il castello dimenticato  "Il Comune investa in quell’area"    

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La richiesta dell’architetto Lattanzi, presidente dell’istituto che valorizza le nostre bellezze fortificate. Giovanelli dell’associazione che punta al recupero: "Si pensa che sia diroccato, ma ci sono ancora le basi"

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