Mobbing e molestie a palazzo civico. Il Comune può rivalersi sul dipendente

Il caso scoppiò negli anni passati e la Cassazione ora fa chiarezza

Tribunale

Tribunale

Carrara, 23 marzo 2018 - La pubblica amministrazione ha il diritto di rivalersi sul dipendente che ha molestato sessualmente una collega. Lo ha stabilito la Cassazione, confermando una sentenza della Corte d’appello di Genova che aveva condannato il nostro Comune a pagare i danni per 15mila euro a una dipendente, nonché un ex autista a rifondere al Comune il 60 per cento della somma stabilita come risarcimento: durante l’istruttoria, era emerso che la donna, nel corso del rapporto di lavoro, aveva subito comportamenti vessatori qualificabili come mobbing e, in un’occasione, anche una molestia sessuale da parte del collega che all’epoca svolgeva il ruolo di autista. La Suprema Corte ha rigettato tutti i ricorsi presentati contro il verdetto di secondo grado: «Nel rapporto di impiego pubblico contrattualizzato – è il principio di diritto enunciato dalla Cassazione con una sentenza depositata ieri – qualora un dipendente ponga in essere sul luogo di lavoro una condotta lesiva, nella specie molestia sessuale, nei confronti di un altro dipendente, il datore di lavoro, rimasto colpevolmente inerte nella rimozione del fatto lesivo e chiamato a rispondere nei confronti del lavoratore oggetto della lesione, ha diritto a rivalersi a titolo contrattuale, nei confronti del dipendente, per la percentuale attribuibile alla responsabilità del medesimo». Questo perché, spiegano i giudici di piazza Cavour, «il dipendente, nel porre in essere la suddetta condotta lesiva, è venuto meno ai doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro, quali sono gli obblighi di diligenza e di fedeltà» e «ai principi generali di correttezza e di buona fede, letti anche in riferimento al principio di buon andamento della Pubblica amministrazione» sancito dalla Costituzione «che devono conformare – conclude la sentenza – non solo lo svolgimento dell’attività lavorativa, ma anche i rapporti tra i dipendenti pubblici sul luogo di lavoro».