"Ministro irrispettoso" Sanac, sindacati delusi

I confederali si sentono snobbati da Giorgetti in visita a Confindustria "Ha liquidato la vertenza in poche parole, sprecando un’occasione preziosa"

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"Irrispettoso e provocatorio". In sintesi è così che i sindacati definiscono l’atteggiamento e le parole del ministro dello Sviluppo economico in quota Lega, Giancarlo Giorgetti, giovedì mattina ospite a Carrara di Confindustria. Una nota firmata dai segretari confederali del territorio di Cgil, Cisl e Uil e da quelli di categoria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, mette nel mirino il ministro del Mise in particolare per quel che riguarda la vicenda Sanac liquidata con poche parole e senza neppure incontrare i sindacati che pure chiedono un appuntamento al Mise ormai da mesi senza successo. "Nonostante la crisi che interessa il nostre territorio e le vertenze aperte, prima fra tutte la Sanac, che ha liquidato con due righe senza citarne neppure il nome, il ministro non ha coinvolto Cgil, Cisl e Uil e le categorie interessate nella vertenza - attaccano -. Riteniamo che tale comportamento, reiterato da parte del ministro, sia l’ennesima occasione persa per un confronto sulle problematiche e sulla stessa vertenza Sanac e ci sembra provocatorio come il numero uno del Mise scarichi sul socio privato le responsabilità sulla questione dell’acciaio e di conseguenza sulle scelte industriali di Acciaierie d’Italia che coinvolgono direttamente la stessa Sanac". Il ministro Giorgetti ha dichiarato che il socio indiano di Invitalia in Acciaerie, ossia Arcelor Mittal, può produrre ovunque e non ha certo interesse a farlo qua, in Italia, oggi che costa troppo. Inoltre secondo Giorgetti la stessa Acciaierie d’Italia fa fatica a far quadrare i conti in queste condizioni e non può quindi rilevare il gruppo Sanac. "Ci stupisce ancora che un’azienda partecipata dallo Stato decida di non pagare le forniture a Sanac e di far mancare commesse, lasciando in uno stato di perenne incertezza il futuro industriale e delle maestranze. E’ evidente come certa politica prediliga discutere con le associazioni industriali piuttosto che confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori", concludono i sindacati promettendo comunque battaglia: "Assieme al coordinamento nazionale solleciteremo un ulteriore incontro al Mise, finora disatteso, e metteremo in atto tutte le iniziative necessarie a livello territoriale assieme alle Rsu di stabilimento". Questo anche se il tempo gioca contro. Settembre è l’ultimo mese di ‘respiro’ per Sanac se Acciaierie d’Italia non paga il debito di oltre 30 milioni di euro poi due stabilimenti potrebbero subito chiudere. Questo mentre il governo è in fase di amministrazione ordinaria, con le elezioni alle porte fissate per il 25 settembre e con l’ipotesi di una nuova gara ancora da mettere in piedi.