Il medico indagato guarda avanti: "Faccio il mio dovere, per i pazienti"

Da Alessandro Pampana, il primario del Noa, "piena fiducia nel lavoro della magistratura"

Il primario del reparto di medicina del Noa Alessandro Pampana

Il primario del reparto di medicina del Noa Alessandro Pampana

Massa, 20 settembre 2018 - «Il reparto deve andare avanti bene. Dobbiamo fare gli interessi dei pazienti come abbiamo sempre fatto». Alessandro Pampana è seduto nella redazione della Nazione e risponde ad una collega. Il suo telefono squilla di continuo: sono messaggi di solidarietà e di affetto di colleghi e pazienti, uno dopo l’altro.

Dopo quaranta anni di carriera Alessandro Pampana (originario di Livorno, 63 anni, residente a Pietrasanta) è in questi giorni al centro di una vicenda delicata e complessa: ha ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo per la vicenda delle 34 (presunte) morti sospette nel reparto di medicina generale del Noa. Un atto dovuto, perché la Procura possa nominare due consulenti tecnici sui affidare le perizie sulle cartelle cliniche. Ieri il dottor Pampana era in reparto come tutti i giorni. «Ho ricevuto l’avviso di garanzia sabato mattina – spiega – e mi sono messo a disposizione della autorità giudiziaria. Ho fiducia nella magistratura. Provo amarezza e sono addolorato per la mia famiglia, anche per i familiari delle persone decedute».

Senza entrare nel merito delle indagini, che formalmente inizieranno il 1° di ottobre con la nomina dei periti del pm, cosa pensa di quello che è accaduto, dei 34 decessi al centro delle indagini?

«Ci siamo presi cura in reparto di ciascuno di quei pazienti, come accade ogni volta che i cittadini si rivolgono al nostro ospedale. In questa fase non voglio entrare nel dettaglio dei quadri clinici delle persone decedute. Saranno le indagini a chiarirlo, però una cosa posso dirla: so di aver agito cercando di fare il mio dovere, perché questo è quello che risponde al mio modo di sentire la mia professione».

Ha nominato un perito?

«Sì, ho scelto un professionista pisano. Già da tempo avevo consegnato le cartelle cliniche all’autorità giudiziaria. In questo momento non posso dire altro. Sono in attesa delle indagini».

Dottor Pampana, non è stato ancora sentito dalla Procura. In questi giorni continuerà ad andare a lavorare?

«Certamente. Il mio lavoro e il mio impegno sono per i miei pazienti».

Perché ha deciso di fare il medico?

«Nella mia famiglia sono tutti ingegneri... Io ho fatto il medico e lo faccio cercando di fare in modo discreto il mio dovere e quello che ritengo di essere il bene dei miei pazienti».

Alessandro Pampana riesce anche a scherzare: ieri, nella giornata più amara della sua professione, ha avuto il sostegno anche dei pazienti. Ad una signora che doveva sottoporsi ad un esame specialistico ha chiesto se poteva procedere e la risposta è stata «certamente». E piena solidarietà è arrivata anche dai familiari di una persona deceduta. Oggi per Alessandro Pampana sarà un altro giorno di lavoro all’interno del suo reparto. E’ primario dal 15 aprile del 2015: entra dopo le 7 e quando è necessario resta in reparto anche fino alle 20. Per i suoi pazienti, sempre.