La ricetta del medico apuano per ridurre stress e dolore

Il dottor Daniele Tonlorenzi è stato invitato dalla FIFA a Barcellona

 Il dottor Mario D’Angelo, il professor Pedro Galilea, il dottor Daniele Tonlorenzi e il professore G.S. Roi

Il dottor Mario D’Angelo, il professor Pedro Galilea, il dottor Daniele Tonlorenzi e il professore G.S. Roi

Massa, 15 giugno 2018 - Alzi la mano chi sapeva che l’atteggiamento dei muscoli della bocca regola lo stress. Sì, più o meno tutti abbiamo sentito dire «stringi i denti» quando siamo ai limiti della sopportazione e usiamo le ultime forze. Ma stop. Ebbene, nella nostra provincia il dottor Daniele Tonlorenzi, laureato in medicina e chirurgia, insieme al dottor Massimo Conti, laureato in biologia, ha iniziato a studiare il fenomeno partendo dai dolori e in particolare da quelli legati alla mandibola. Com’è abbastanza noto, l’organismo risponde a ogni necessità mentale e anche atletica attraverso una reazione di stress che comporta l’innalzamento dei livelli di cortisolo (l’ormone dello stress).

«Le aumentate necessità sportive comportano un incremento di pressione e frequenza cardiaca, una maggiore ossigenazione (i bronchi si dilatano), un aumento della glicemia e la dilatazione delle pupille (per migliorare le performances visive) – spiega il dottor Tonlorenzi – . L’atteggiamento dei muscoli del cavo orale regola lo stress. Se allunghiamo i muscoli della masticazione (ad esempio con uno sbadiglio) per rilassarci, questo riduce la pressione (minima e massima) e la frequenza cardiaca». Una ricerca ha persino dimostrato che se i topi restano con la bocca aperta aumenta la quantità di sangue che arriva al cervello. E quando l’età avanza, non è un particolare da poco... «Ma noi non dobbiamo restare con la bocca spalancata – precisa Tonlorenzi – basta un bite un pochino più alto del solito che allunga un pochino (stretching) i muscoli della masticazione». Dell’argomento si è parlato a Barcellone alla riunione del centro FIFA di riabilitazione dei calciatori a livello mondiale svoltasi all’inizio del mese.

Con Tonlorenzi c’erano il dottor Mario D’Angelo, responsabile trials clinici di questo gruppo scientifico, il professor Giuseppe Righini dell’Università Cattolica di Milano e la professoressa Giovanna Traina dell’Università di Siena. Interessante notare che già ora vari atleti usano un particolare tipo di bite più alto, in grado di allungare i muscoli della masticazione. Si tratta di una sperimentazione richiesta e autorizzata dal Comitato Etico di Pisa. Questo tipo di bite (presentato in congressi internazionali) agisce sul dolore e ha effetti antistress. «La domanda che ci siamo posti – conclude il medico apuano – è se lo stretching mandibolare, che ora facciamo con un particolare tipo di bite, è in grado di rilassare l’atleta alla fine della gara. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti e siamo stati spinti a continuare nel lavoro. E io nel mio studio faccio gli stessi bite per la terapia del dolore».