Maxi condanna per la ‘coca’ nascosta sulla nave

La Corte di Cassazione conferma la sentenza a 9 e 12 anni a due apuani che sono in carcere a Massa

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di Andrea Luparia

Hanno perso anche l’ultimo duello legale i due apuani coinvolti in una maxi traffico di droga. Parliamo di una tonnellata di cocaina, non di pochi chili. Ora dovranno finire di scontare (in carcere a Massa) uno 9 anni, l’altro 12 anni. Facciamo un minimo di storia. Tutto inizia nel novembre 2011. La collaborazione tra forze dell’ordine del Perù e i Carabinieri permette di capire che dal paese sudamericano sta per partire un grosso carico di droga, via nave, destinazione il porto di Livorno. In Perù le forze dell’ordine salgono sulla nave indicata e scoprono che trasporta un carico di betonite sodica. E’ un materiale usato per fare le piscine in quanto è impermeabile all’acqua. In passato un chimico al soldo dei narcotrafficanti ha scoperto che la cocaina può essere impastata alla betonite formando grossi mattoni. Una volta in Italia, i mattoni sarebbero stati miscelati con sostanze alcaline e altri prodotti che separano la coca, permettendo ai trafficanti di recuperarla. Un bel trucco ma l’avevano già usato in Olanda e l’Interpol l’aveva descritto a tutte le forze dell’ordine europee.

Durante la perquisizione sulla nave spuntarono fuori documenti che provavano come una ditta di Carrara, con sede in via Cavallotti, aveva fatto l’ordine Ed era una società che non risultava specializzata nella realizzazione di piscine.... I carabinieri intervengono e mettono in manette sia l’imprenditore titolare sia l’addetto all’operazione di import. E se l’imprenditore era incensurato e sconosciuto alle forze dell’ordine, il secondo era un volto noto e con alcuni precedenti. Processati, i due vengono condannati sia a Livorno (in primo grado) che a Firenze (secondo grado). Il primo a 9, l’altro a 12 anni. Gli avvocati fanno ricorso in Corte di Cassazione ma anche la Suprema Corte conferma la condanna. Ora devono finire di scontare la pena.