Marmo di Carrara, la filiera corta è ancora un miraggio

Lo studio di Intesa Sanpaolo

Marmo (foto di repertorio)

Cave Marmo Carrara

Carrara, 17 ottobre 2018 - Export del marmo: calano ancora i lavorati e la filiera corta resta un miraggio. Questo il dato più preoccupante segnalato dal rapporto sui distretti della Toscana del Centro studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per la Cassa di risparmio di Pistoia della Lucchesia, dati aggiornati al 30 giugno. Il distretto del marmo segna una flessione nel primo semestre di circa 18 milioni, legata in particolare al comparto del materiale lavorato: il secondo trimestre ha visto una sostanziale stabilità nell’export del materiale grezzo (0,6 per cento) a fronte di un primo trimestre in crescita (+5,4 per cento), mentre il marmo lavorato ha visto un’ulteriore riduzione dal -4,5 per cento dei primi tre mesi al -12,1 per cento nel periodo aprile-giugno. L’andamento nei diversi paesi è frutto della diversa tipologia di materiale: si riducono le esportazioni verso gli Stati Uniti (-10 milioni; -10,2 per cento) e gli Emirati Arabi (-11 milioni; -41,8 per cento) particolarmente concentrati verso il materiale lavorato, mentre sono in crescita le vendite di materiale grezzo verso la Cina (+10 milioni; +14,3 per cento). In crescita l’interesse per il marmo trattato da parte dell’India e del Canada. Alla fine di settembre si è tenuta a Verona la fiera «Marmomac» dedicata ai prodotti e alla tecnologia del settore lapideo: le aziende del distretto che hanno partecipato sono state 159. Per quanto riguarda i distretti toscani per la prima volta negli ultimi 10 anni l’export toscano del primo semestre supera il valore di 8 miliardi e raggiunge un nuovo punto di massimo, con una crescita del 2,4 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2017. La Toscana rappresenta la terza regione per valore di esportazioni distrettuali, alle spalle solo di Veneto e Lombardia, con un’incidenza sull’export nazionale del 13 per cento