Marmettola, aree di stoccaggio per l’emergenza

La sindaca in consiglio ha illustrato le soluzioni a breve e lungo periodo per lo smaltimento dei fanghi residui di lavorazione

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di Daniele Rosi

Smaltimento della marmettola: l’opposizione chiede chiarimenti alla sindaca Serena Arrighi. Ampio dibattito nel consiglio comunale sullo smaltimento della marmettola. Solo pochi giorni fa la sindaca Arrighi aveva preso parte a un incontro in Provincia proprio per discutere delle ipotetiche soluzioni da adottare nel breve e nel medio-lungo termine, e sul quale l’opposizione, in particolar modo i consiglieri Cosimo Ferri e Andrea Vannucci, hanno chiesto delucidazioni su come il Comune intenda muoversi per stoccaggio e smaltimento. "L’amministrazione è in ritardo – ha sostenuto Ferri – e sarebbe necessario un dialogo con la politica nazionale. Ho dubbi sullo stoccaggio in un sito momentaneo, con le conseguenze in caso di pioggia". Parere simile del consigliere Andrea Vannucci che ha ricordato come la questione sia nota da anni e sulla quale servano soluzioni per l’immediato e per il futuro. "Le cose sono state fatte decantare – ha commentato – ed è un tema su cui è giusto fare una riflessione visto che si parla di un rifiuto. L’idea dello stoccaggio nei siti produttivi non la condivido; sarebbe più logico individuare un sito adeguato". Alle richieste dell’opposizione si è aggiunto anche il consigliere Massimiliano Bernardi, che ha invitato l’amministrazione a coinvolgere la Regione per un dialogo utile. A queste osservazioni ha poi risposto la sindaca che ha spiegato le intenzioni dell’amministrazione e come intende affrontare il problema a seguito dei confronti avuti in Provincia e con gli uffici comunali competenti. "La situazione della raccolta della marmettola è precipitata in questi ultimi giorni – ha spiegato la sindaca – perché la Venator, l’azienda toscana che si occupa dello smaltimento, chiuderà per quattro settimane per interventi di manutenzione. La Cages, incaricata della raccolta di marmettola, potrà farlo solo per pochi giorni dopodichè la marmettola dovrà rimanere dove viene prodotta. Nell’immediato la soluzione è creare siti di stoccaggio e discarica all’interno delle aree produttive, o individuare alcune zone come Codupino e Massarosa. Nel medio e lungo termine l’idea è qualificare la marmettola da rifiuto a sottoprodotto con un’autocertificazione del produttore che si deve assumere la responsabilità. Come prodotto certificato sarebbe più agevole inserirla nella filiera produttiva".