I lupi sbranano due cani da caccia: è allarme

Fivizzano, aggrediti e divorati. La preoccupazione di Fiorentini: "Questi predatori sono fuori controllo e creano apprensione"

I due segugi, Lillo e Paolina, sfuggiti all’assalto dei lupi

I due segugi, Lillo e Paolina, sfuggiti all’assalto dei lupi

Fivizzano, 7 dicembre 2022 - Quella che doveva essere una normale battuta di caccia alla lepre per un cacciatore di Bardine di San Terenzo, Gionni Fiorentini, si è invece trasformata in un incubo qualche giorno fa. Lo scenario è quello dell’Appennino Tosco-Emiliano dove il Fiorentini si era portato, ancora in territorio toscano, di fronte l’Alpe di Succiso con i suoi 2017 metri. "Ma c’era la neve, non è permesso cacciare - racconta - così sono andato dall’altra parte del crinale, in terra emiliana, esattamente a Villasanta, in territorio di Castelnovo Monti, nell’ATC RE04, dove ho il permesso di cacciare. Sono soprattutto un cinofilo, appassionato di “segugi dell’Appennino“; ho infatti cani riconosciuti dall’Enci con cui faccio prove cinofile e sono il presidente provinciale della “Pro Segugio“. Avevo con me i miei 4 cani più esperti per la caccia da seguito alla lepre, tutti muniti di collare satellitare; la caccia è iniziata in una zona caratterizzata da grandi prati ad erba medica, costeggiati da una folta pineta. I miei segugi, poco dopo hanno localizzato le tracce della lepre e per seguirla in modo da farla avvicinare a me, hanno scollinato in un altro versante. Poi mi sono accorto dalla consolle del satellitare che Carlotta e Belen risultavano ferme a circa 50 metri l’una dall’altra, mentre Lillo e Paolina continuavano l’inseguimento. Ho avuto un sinistro presentimento e mi sono portato sul posto: Carlotta, la mia capomuta, era stata sbranata: c’erano solo la testa e la colonna vertebrale, spolpata. Una cosa terribile. Guardi, in meno di un’ora hanno divorato due cani di media taglia: sono scosso e amareggiato".

"Il lupo è innanzitutto un canide e nel nostro territorio è all’apice della catena alimentare, non ha infatti nessun altro animale che possa predarlo - spiega il professor Almo Farina, docente onorario all’Università d’Urbino e naturalista di fama internazionale - Ed è un predatore specializzato e territoriale. Nel caso del cacciatore di San Terenzo, questo grande carnivoro, ne ha ucciso i cani in quanto, semplicemente, avevano invaso il suo territorio e oltretutto abbaiando. Sicuramente non era un unico esemplare, oltretutto i cani da caccia sono meno socializzati di altre razze, magari da compagnia, e sono più restii al rituale di sottomissione tipico dei canidi quando incontrano un simile nel suo territorio".

"Con quale spirito mi chiedo potrò continuare - afferma ancora Fiorentini - ad allevare cani e a “fare cinofilia“, sapendo ormai il rischio altissimo che corrono i miei cani... Non so veramente se continuerò ad andare a caccia.. Vengo da una famiglia di cacciatori da generazioni. La nostra è più una passione per tenere questi segugi locali, specializzati nel cacciare le nostre lepri endemiche dell’Appennino, di dimensioni più contenute delle altre, ma velocissime. Da cacciatore dico che non è giusto sterminare, abbattere il lupo tanto per farlo - aggiunge l’uomo- fa parte della natura che ci circonda e assolve a determinate funzioni. Però il “problema lupo“ va gestito: questi predatori non possono e ntrare nei paesi ed ammazzare cani gatti, animali domestici e creare allarme per gli umani stessi".