Liliana Segre cittadina onoraria di Filattiera

Oggi la proposta sarà approvata dal consiglio comunale. Gino Beghini, 92 anni, venne deportato in Germania. E’ l’unico ancora vivo

La senatrice a vita Liliana Segre al memoriale della shoa (foto d’archivio)

La senatrice a vita Liliana Segre al memoriale della shoa (foto d’archivio)

Massa, 22 novembre 2019 - Il Comune di Filattiera attribuisce la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre. Il consiglio comunale per approvare la proposta contenuta in un ordine del giorno presentato dalla maggioranza di centro sinistra, guidata dal sindaco Annalisa Folloni, si riunisce oggi nella sededi Piazza Castello alle 17.30. L’89enne reduce dall’Olocausto ha già accettato l’onorificenza che le sarà consegnata a Roma. Il sindaco ha scritto alla senatrice quando era bersagliata da insulti e minacce sui social network. «Voglio esprimerti la vicinanza mia e della mia comunità in questo difficile momento e ringraziarti per quanto tu rappresenti in difesa dei valori di libertà e per la lotta contro l’odio e il razzismo. Il Comune di Filattiera è orgoglioso di annoverarti tra i suoi cittadini illustri e il consiglio comunale delibererà nella prossima seduta la tua cittadinanza onoraria».

Queste le parole firmate dal primo cittadino. « Non è un’operazione di facciata - spiega Annalisa Folloni -, ma un gesto spontaneo di fronte alla barbarie dei vergognosi attacchi ricevuti dalla Segre. Filattiera vuole legare simbolicamente questa onorificenza alla storia locale di 42 nostri cittadini che nel periodo bellico sono stati deportati nei campi di lavoro in Germania. E anche perché non vada perduta la memoria delle 5 vittime di Ponticello e dei deportati nei rastrellamenti». Ad introdurre il punto della cittadinanza onoraria l’amministrazione ha chiamato la presidente dell’Associazione che organizza a Massa il premio «Francesco e Chiara d’Assisi« Maria Luisa Drago. I primi quattro punti all’ordine del giorno della seduta assembleare sono tutti improntati all’azione di difesa di libertà, uguaglianza, giustizia e solidarietà indicati dalla Costituzione. Sono documenti a sostegno della Commissione istituita dal Senato della Repubblica su proposta della Segre in tema di «hate speech« (incitamento all’odio) per il controllo dei fenomeni di intolleranza, poi l’adesione del Comune di Filattiera ai principi e alle indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e il sostegno alla popolazione curda. Onorare Liliana Segre oggi per il Comune filattierese significa dunque anche ricordare pagine indimenticabili della propria storia. Come quei 42 nomi di cittadini che passarono sotto le forche caudine tedesche senza motivo. A tutti la Repubblica Italiana ha già assegnato in passato la medaglia d’oro. In vita ce n’è ancora uno, si chiama Gino Beghini, ha 92 anni e attualmente risiede a Massa.

Ma l’omaggio della memoria va anche ai cinque martiri dell’eccidio avvenuto a Ponticello il 3 luglio 1944. Cinque civili innocenti vennero fucilati sul sagrato della chiesa del piccolo borgo: due artigiani (i fratelli Giovanni e Vincenzo Sardella), un ferroviere e un mugnaio (i fratelli Enrico e Francesco Angella), un contadino (Leopoldo Mori) rastrellati dai nazisti a Lusine e trasportati su un carro a Ponticello, rinchiusi per la notte in una stalla e fucilati al mattino di fronte alla popolazione terrorizzata. Tutti originari della Santissima Annunziata di Pontremoli, erano sfollati nella valle del Caprio per allontanarsi da un’area ritenuta più pericolosa, a rischio bombardamenti alleati e bersagliata dal tiro delle mitragliatrici tedesche. In quei giorni, in tutta la Lunigiana tra Magra e Appennino, infuriava il lungo rastrellamento nazifascista che avrebbe provocato la morte di decine e decine di civili. Un rastrellamento che sarebbe stata la premessa dell’estate di sangue con le stragi di Valla e San Terenzo, di Vinca, di Bergiola, delle Fosse del Frigido che si aggiungevano a quelle di Mommio e Forno.