Licenziati i dieci operai pachistani sospesi

Arrivate le lettere dopo le accuse per le condizioni di lavoro in una ditta della nautica. Pensavano di essere in “cassa” : assenti ingiustificati

Licenziati dieci dipendenti pachistani della ditta MsMc. La doccia gelata è arrivata nella serata di lunedì con le lettere da parte dell’azienda che non ha accolto le giustificazioni per l’assenza dal posto di lavoro presentate dagli operai tramite gli uffici della Cgil e ha trasformato la sospensione in licenziamento immediato. Un caso sollevato dalla Camera del Lavoro apuana pochi giorni fa e che aveva messo nel mirino le condizioni di lavoro all’interno dell’impresa che opera nel settore della nautica, dentro l’area dell’ex Dalmine, a Massa.

Gli operai, quasi tutti pachistani, erano impiegati nella produzione di pezzi di scafi in vetroresina per super imbarcazioni, in appalto dai grandi cantieri navali. Stuccavano e carteggiavano la vetroresina – sostengono – senza i necessari dispositivi di protezione, senza cappe di aspirazioni funzionanti. In condizioni molto pericolose per la salute. A rendersi conto della situazione i responsabili della Cgil di Massa Carrara, a cui si erano rivolti gli stessi operai soltanto poche settimane fa per un problema legato al mancato pagamento degli straordinari e delle tredicesime.

Ma arrivati al cantiere i sindacalisti si erano subito resi conto che c’era molto altro che non andava. Quando la Cgil ha presentato tutti i problemi all’azienda è iniziata una dura vertenza che ha portato prima alla sospensione degli operai, accusati di essersi assentati in maniera ingiustificata dal posto di lavoro a partire dal 22 febbraio.

"In realtà gli avevano comunicato di essere in cassa integrazione mentre questa non ci risulta che fosse mai stata attivata", aveva già dichiarato il segretario della Fiom Cgil, Umberto Faita. Esattamente una settimana fa i lavoratori hanno firmato dentro l’hangar dell’area ex Dalmine la prima ricevuta della busta paga e anche la lettera di sospensione da parte della MsMc. Ieri sera l’epilogo: 10 lettere di licenziamento.

Senza tanti giri di parole: l’azienda non ha accolto le osservazioni presentate tramite gli uffici della Cgil. Sul posto ieri mattina la Fiom Massa Carrara davanti ai cancelli del cantiere per "dimostrare la nostra contrarietà ad un sistema che non è più tollerabile. Noi non molliamo perché dai diritti e dalla sicurezza non prescindiamo. Ci opporremo in tutte le sedi e a tutti i livelli".

"Abbiamo già impugnato il licenziamento – conclude Faita – e domani (oggi ndr) faremo la richiesta all’Ispettorato del lavoro per avere le buste paga. Nel frattempo, comunque, l’hangar è già chiuso, nessuno si fa vedere e il padrone non si trova". Ma i lavoratori erano più dei dieci. Cosa accadrà agli altri? "A quel che ci risulta trasferiscono le lavorazioni in una nuova sede a più di 300 chilometri di distanza. Quindi saranno licenziamenti mascherati anche quelli. Apriremo una vertenza ma le condizioni sono difficili, l’impresa ha un capitale sociale di 500 euro. Ma la posta in gioco per noi è alta perché qui si tratta di aprire un tavolo su più livelli, per ripristinare la legalità – conclude Faita – e le condizioni di lavoro idonee nella filiera della nautica".

Francesco Scolaro