L’autobiografia di quattro mamme speciali

Spazio Alber1ca produce cultura e dà alle stampe il primo libro della collana “Raccontami la tua storia“. Martedì la presentazione

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“Perché proprio a me?“. Un volume con storie di donne, di mamme, che raccontano il drammama anche la grinta e la forza di crescere un bambino disabile. Lo Spazio Alberica, da fucina di cultura doventa centro di produzione letteraria e dà alle stampe il volume “Perché proprio a me. E perché no“ all’interno del progetto “Raccontami la tua storia“. Così martedì alle 17,30 all’ex ospedale San Giacomo sarà presentta l’iniziativa voluta dalla presidente Luciana Ceccarelli con la sponsorizzazione dell’associazione “Dammi voce”. Ripercorrere e poi condividere le proprie esperienze, dissodare la memoria e cimentarsi con la scrittura autobiografica anche soltanto di una parte della propria esistenza ha un grande valore personale e collettivo, perché può diventare non già semplice sfogo, ma atto di cura di sé, per fare pace con se stessi e per capire ciò che ancora possiamo diventare ripercorrendo il passato. Il progetto “Raccontami la tua storia“, che lo Spazio Alber1ca ha avviato circa un anno fa, prevede di raccogliere i racconti di vita a partire da un tema che accomuna chi decide di sperimentare il percorso autobiografico: donne immigrate, vittime di violenza, giovani recluse, che hanno avuto la fortuna di aver avuto eccezionali maestre nel percorso professionale. La prima esperienza ha visto quattro madri che si sono misurate con la difficoltà, la sfida di aver accompagnato alla soglia dell’adolescenza e della giovinezza figli partiti in svantaggio, “speciali”. Il tema comune di una maternità difficile, ripercorsa senza retorica, con grande sincerità e coraggio accomuna le quattro storie di Elena, Maura, Serena, Stefania, raccolte nel primo volume di una prossima collana. Quattro don ne si sono misurate con il dolore, la paura per i loro figli e il timore di non farcela, di non essere all’altezza; hanno attraversato la solitudine e l’incomprensione, la rigidità delle istituzioni, ma hanno anche trovato comprensione e aiuto. E alla fine ce l’hanno fatta: queste sono quattro storie di successo. "La metodologia che abbiamo utilizzato per scrivere queste autobiografie – dicono dal circolo – è stata mutuata, con molte semplificazioni, dalla pluriennale esperienza della Libera università dell’autobiografia di Anghiari. Abbiamo lavorato insieme utilizzando semplici esercizi di “dissodamento della memoria” attraverso il recupero di emozioni che hanno portato risultati inaspettati e di grande potenza emotiva. Abbiamo scoperto insieme il valore della condivisione, dell’ascolto che non giudica ma accoglie e aiuta, della parola scritta che parla di noi e ci aiuta a riparare, a ricucire, a dare senso a parte della nostra vita anche quando sembrava perduto. La scrittura, senza alcuna pretesa di letterarietà o ricerca stilistica, ma come mezzo che consente il raccontare di sé con la mediazione della penna e del foglio o della tastiera del computer".