"Lasciateci lavorare all’aperto" I ristoratori chiedono spazi e sconti

Sgravi sul suolo pubblico e zone pedonali allargate per poter ripartire in sicurezza dal 26 aprile

Immagine di repertorio

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di Daniele Rosi

"Chiediamo al Comune di poter usare gli spazi aperti per lavorare". La richiesta giunge dalla ristorazione apuana dopo l’ultimo decreto Draghi che prevede per i locali la possibilità di servire i clienti nei dehors all’aperto per pranzo e cena. Favorevole all’utilizzo degli spazi aperti è Nicola Del Nero de Le Palme di Marina e segretario provinciale di Articolo Uno: "In vista del nuovo decreto invitiamo i sindaci della provincia ad attivarsi per permettere a ristoranti e bar che non hanno spazi all’aperto, di usare dove sia possibile marciapiedi e tratti di strada fino a che non cambieranno le condizioni. Questi spazi dovrebbero essere dati a titolo gratuito - sostiene - e abbinati a norme precise da rispettare da parte degli esercenti".

A favore è anche Diego Crocetti de La Maison di Marina: "Il Comune si deve attivare immediatamente per chiudere le strade e permettere ai ristoratori con problemi di spazio di poter mettere alcuni posti fuori; sarebbe un primo passo per riprendere a lavorare un minimo di più rispetto agli ultimi mesi. Auspico che il suolo pubblico venga offerto gratuitamente e che le cose si facciano in tempi rapidi perché al 26 mancano pochi giorni". Richiesta a cui si unisce Michele Cinacchi de La Petite cuisine di Carrara: "Lavorare all’aperto sarebbe ideale. Il nostro locale non ha grandi possibilità di avere posti fuori perché siamo sulla strada. Noi almeno tre tavoli fuori saremmo in gradi di metterli. In Francia nei centri storici i locali possono mettere sempre i dehors - sostiene - perciò si potrebbe fare la stessa cosa, quantomeno all’ora di pranzo".

Franco Garbati de La tavernetta di Carrara punta il dito contro il limite orario delle 22: "Io ho lo spazio per mettere al tavolo fuori almeno otto persone e penso che sia possibile soprattutto per pranzo. All’ora di cena la vedo dura sia per il clima, dato che non siamo ancora in estate, sia per il limite delle 22 che probabilmente non invoglia le persone a venire al ristorante per mangiare in fretta e doversene tornare a casa. Il Comune faccia sapere in tempo se ha intenzione di farci mettere i tavoli all’aperto perché dobbiamo organizzarci". Parere simile ad Andrea Rossi dell’Osteria La piazza di Carrara: "Per pranzo è auspicabile che ci facciano lavorare nei tavoli all’aperto. Io ho spazio per ospitare qualche cliente fuori; la cena forse sarà più complicato fino a che non sarà più caldo. L’apertura del 26 è un primo passo, ma serve altro perché per adesso ci sono ancora tante cose da fare".