"L’algoritmo ci ha lasciato a casa Niente cattedra, faremo ricorso"

La rabbia delle insegnanti rimaste fuori dalle assegnazioni: "Abbiamo molti più punti di chi è entrato". Attenderanno i tempi del procedimento: "Ma intanto siamo senza lavoro e questa cosa non è giusta"

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"L’anno scolastico è iniziato e, purtroppo, noi siamo rimaste a casa. Non siamo poche, soprattutto siamo deluse del trattamento che un algoritmo informatico ci ha riservato, lasciandoci di fatto senza cattedra e senza lavoro". Silvia Andriolo, Barbara Radicchi e Monica Dell’Amico si fanno portavoce di tante altre docenti in graduatoria rimaste ferme e “saltate“ "a beneficio di altre persone con un punteggio anche di parecchio inferiore al nostro – spiegano – Abbiamo una professionalità acquisita e maturata nel tempo, invece a fronte dei nostri 60 punti ci siamo viste scavalcare da persone che ne avevano 30 e che hanno preso servizio. Siamo di seguito nella graduatoria per il sostegno all’infanzia tutte e tre: l’algoritmo in pratica ci ha scavalcato".

Ieri mattina sono state anche in provveditorato "ma non abbiamo potuto parlare con la dirigente, che era assente – raccontano – Ci hanno detto che probabilmente abbiamo sbagliato a fare la domanda: difficile, visto che l’abbiamo presentata con il sindacato. Ad ogni modo, ci hanno suggerito di fare ricorso e così faremo. Pur sapendo che si va incontro all’incertezza dei relativi tempi".

Il malcontento, che è diffuso anche a livello nazionale, è legato proprio alle ’decisioni’ e alle assegnazioni dello strumento digitale: "C’è grande malcontento verso questa nuova formula di convocazione, che prima veniva fatta in presenza, era chiara e trasparente. Mentre adesso non lo è più. Adesso dobbiamo sperare in malattie e gravidanze, qualora ci fossero – aggiungono – Chiediamo trasparenza, questo algoritmo ha i contorni troppo sfumati, anche se ci hanno detto che “lavora bene“. Mentre non tiene conto di requisiti chiave come la continuità, evidentemente. Persone con poca esperienza ci passano avanti: troppe incongruenze. E’ andata a finire che da pensare di essere riconfermate non siamo state accontentate da un sistema palesemente sbagliato: quindi sì, protestiamo. E ci facciamo portavoce di molte altre docenti con queste difficoltà. Ecco i loro nomi: Claudia Bernacca, Erulah Nobile, Marina Pieretti, Daniela Menconi, Francesca Bottari, Ilaria Marchi e Lucia Giacché. Insomma, tante persone...".

Irene Carlotta Cicora