Ladri in gioielleria: assolti dopo 10 anni

Beffa clamorosa, la prescrizione salva tre imputati che avevano sottratto monili in un blitz nell’oreficeria cittadina di Luciano Giornetti

Resta senza colpevoli il furto avvenuto quasi dieci anni fa in una gioielleria del centro. Una beffa clamorosa. La prescrizione salva gli imputati. La Corte di appello di Genova aveva confermato la sentenza del Tribunale di Massa (30 novembre 2017), che aveva condannato Jessica Huier in concorso con Bernardette Veiss e Roberto Granata, per i quali si è proceduto separatamente, alla pena di anni due di reclusione e 200 euro di multa per il reato di furto aggravato per essersi impossessata ai fini di profitto, agendo con destrezza di un anello in oro bianco e brillanti del valore di 6.890 euro sottraendolo al gioielliere Luciano Giornetti ll’interno della sua gioielleria di Carrara il 19 gennaio 2011. La Corte territoriale ha confermato la condanna pronunciata dal giudice di primo grado sulla base delle univoche risultanze processuali, in particolare della testimonianza della persona offesa e della figlia che era con lui all’interno della gioielleria, dei riconoscimenti fotografici, dell’esame dei video estrapolati dalle telecamere di sorveglianza che avevano consentito ricostruire i movimenti dell’imputata e dei complici nell’attuazione dell’azione delittuosa contestata. Ha proposto ricorso per Cassazione il difensore dell’imputata Huier Jessica, lamentando vizio di motivazione e violazione di legge essendo stato assegnato un valore probatorio significativo al riconoscimento fotografico effettuato in sede di indagine dalla persona offesa e dalla figlia, mentre solo quest’ultima ha riconosciuto in dibattimento al 90% l’imputata come l’autrice del furto. Il mancato riconoscimento in sede dibattimentale da parte del gioielliere Giornetti - a detta della difesa - è elemento sufficiente ad escludere la penale responsabilità dell’imputata. La Cassazione nella sentenza ha spiegato che l’esame della motivazione in relazione ai motivi di ricorso consente di escludere che il ricorso proposto da Huvier sia manifestamente infondato ed impone di rilevare l’intervenuto decorso del termine di prescrizione del reato. Il fatto risale al 19 gennaio 2011, pertanto in data successiva alla sentenza di appello, il 13 agosto 2019, è decorso il termine di prescrizione per l’ipotesi di reato contestata. In presenza di una causa di estinzione del reato il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione. Va disposto, pertanto, l’annullamento della sentenza essendo il reato estinto per prescrizione.

gianfranco baccicalupi