La viticoltura eroica paga la siccità estiva Vendemmia in calo sulle colline del Candia

Ottima uva ma più di duecento quintali in meno. I giovani raccolgono l’eredità familiare e rilanciano aziende e produzione

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di Francesco Scolaro

Dopo l’anno di grazia, quello del Covid che ha fatto registrare una produzione record per il vino di Candia, quest’anno la siccità ha costretto i viticoltori eroici delle colline apuane a fare un piccolo passo indietro: circa un 15% in meno rispetto al 2020. Sono la presidente di Coldiretti, Francesca Ferrari, e il presidente del Consorzio di Tutela, Fabrizio Bondielli, a tracciare un primo sommario bilancio della vendemmia che si sta concludendo: "Nel 2020 erano stati prodotti circa 264 quintali in più, per un totale di 7.536 quintali di uva per vini Doc e Igt. La maturazione non è stata certo priva di insidie".

Ma chi lavora sulle colline del Candia è un tipo ‘tosto’. Senza macchine, o quasi, con la forza delle mani e delle gambe, usando la testa e l’intuito, con il cuore e la passione nel segno di una tradizione familiare che tiene anche i giovani legati a queste colline baciate dal mare. E’ il caso dei fratelli Lorenzo e Marco Valerio Gianni, 33 e 30 anni, che dal 2016 hanno riportato in vita la storica azienda di famiglia Della Tommasina. Se chiedete a Lorenzo da quando fa il viticoltore vi risponderà "da quando sono nato. Mi sono laureato in enologia e nel 2016 ho deciso di riaprire l’azienda di famiglia chiusa all’inizio del 2000".

E l’azienda si chiama Società agricola Beatrice in ricordo della nonna. Producono soprattutto vermentino, quasi tutto in purezza, e il 70% è bianco, ma non manca un rosso in cui l’uva principale è la locale Massaretta. "C’è stato un po’ di calo dovuto alla siccità per i rossi mentre i bianchi si attestano sui livelli dell’anno scorso". Una produzione di circa 6mila bottiglie all’anno destinate al mercato dei ristoranti locali. "Quando posso vado a fare la vendemmia in altre zone come Sardegna, Montalcino e il prossimo anno a Trento – racconta Lorenzo – per imparare la cultura enologica e viticola dei posti più vocati e con più esperienza cercando di portarla anche da noi. Anche se siamo viticoltura eroica non siamo riconosciuti a livello burocratico dalla Regione: non ci sono aiuti come per altre zone svantaggiate".

Luigi Pucci ha l’azienda Le Canne a Castagnara e vinifica tre bianchi, di cui un vermentino in purezza e gli altri due con un 20% di albarola e valmasia secco amabile, e un rosso classico Sangiovese, Merlot e Massaretta. Si va sulle 15mila bottiglie all’anno. "Sto finendo la vendemmia oggi – racconta Pucci – e dal punto di vista della quantità c’è stato un calo di circa il 20% dovuto al freddo in primavera e alla siccità estiva. Ma l’uva è buona come qualità. Si vende soprattutto a ristoranti, bar e circoli ricreativi. Con i lockdown c’è stata una grande flessione perché poi i ristoranti sono la nostra vetrina. Qui facciamo tutto da soli, dal cantiniere alla vendemmia fino al commerciale. Se non fosse per la passione che ci è rimasta…".

"La Doc del Candia sta vivendo una fase molto importante dal punto di vista della crescita – sottolinea Ferrari di Coldiretti -. E’ stata una stagione importantissima anche per riconoscimenti con decine di affermazioni nei più prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali". "Possiamo parlare di un’annata molto interessante – conclude Bondielli - che sono sicuro riserverà a tutti noi delle belle sorprese. I consumatori iniziano ad apprezzare il nostro lavoro e a premiarlo. La nostra viticoltura ha caratteristiche uniche, non paragonabili ad altri territori della Toscana e del nostro paese, e così lo sono i nostri vini".