’La vitalità del marmo’, un catalogo sulla mostra

Oggi in biblioteca sarà presentato il volume su Michelangelo,. Moore e Michelucci

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‘1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo’. Appuntamento oggi alle 18 alla sala ‘Gestri’ della biblioteca di piazza d’Armi per la presentazione del catalogo della mostra in corso fino al 15 settembre al Carmi. In sala l’assessore alla Cultura Gea Dazzi, Claudia Massi del Centro di documentazione dell’architettura contemporanea in Toscana, Francesca Mugnai dell’Università di Firenze, i curatori della mostra Emanuela Ferretti e Marco Ciampolini e gli autori del catalogo pubblicato da Edifir. Il volume propone una articolata raccolta di saggi che segue le sezioni in cui è organizzata la mostra. "Emanuela Ferretti esamina tre momenti fondamentali di quella ‘devozione senza riserve’ che il maestro pistoiese, nel corso della sua lunga vita riservò a Michelangelo e che ha il culmine nel 1972, anno in cui si misurò con il progetto visionario del Memoriale dedicato al grande genio del Rinascimento – spiegano gli organizzatori -. Una disanima del corpus dei disegni di Michelucci, alla luce della cronologia degli eventi che precedettero e seguirono il 1972, è invece affidata a Lorenzo Mingardi, mentre all’ altro grande protagonista della mostra , Henry Moore, è dedicatolo scritto di Beatrice Mazzanti. Di come fu possibile coinvolgere personalità come Michelucci e Moore in un progetto di così difficile realizzazione lo spiega Anna Vittoria Laghi. Marino Alberto Balducci propone un testo di natura più storica dedicato alla fortuna letteraria delle Apuane, invece Arianna Bechini firma un saggio che illustra le ragioni di una scelta espositiva in cui campeggia la riproduzione in resina del Dio Fiume di Michelangelo. Conclude il catalogo lo scritto di Marco Ciampolini che presenta la sezione dedicata alla fortuna di Michelangelo. A completare il tutto le foto di Ilario Bessi insieme ai numerosi cimeli conservati dagli eredi di Pier Antonio Ballie il testo del discorso pronunciato da Giovanni Spadolini in occasione della posa della della prima pietra a Foce di Pianza".