I turisti sono affascinati dalle bellezze lunigianesi come il castello del Piagnaro ma non solo

Si chiamano ‘Progetti di paesaggio’ ma oltre la definizione suggestiva c’è una procedura tecnica e un iter burocratico che deve portare a una pianificazione di dettaglio di alcuni contesti particolari del territorio regionale. E’ prevista dal Pit, il Piano di indirizzo territoriale della Toscana. Adesso tocca alla Lunigiana, che si individua come ‘terra murata’, ricca di acque e boschi da valorizzare e mettere a sistema in un ambito di tutela della storia in gran parte medievale. L’obiettivo è quello di valorizzare quest’area interna della provincia apuana, alla periferia dei confini regionali che si protendono verso la Liguria e l’Emilia Romagna, assieme a tutto il contesto storico-culturale in cui il territorio è immerso. In questo contesto la Regione Toscana ha previsto con appositi provvedimenti normativi di finanziamento, a partire dal 2016, studi di fattibilità propedeutici alla redazione di Progetti di Paesaggio mediante l’assegnazione di contributi ai Comuni che saranno coinvolti nella procedura: infatti nel 2019 era stato siglato il primo accordo fra Regione, Unione di Comuni Montana Lunigiana e Comune di Pontremoli per la realizzazione dello studio di fattibilità finalizzato alla redazione del progetto di paesaggio.  La delibera della giunta, invece, ora approva il documento di avvio del procedimento vero e proprio. Per ora stiamo parlando di un documento ‘quadro’ che traccia la cornice e quindi non può e non deve dare dettagli specifici demandati alla sintesi che avverrà dopo la fase di partecipazione. Ma ci sono le strategie e gli obiettivi, quelli sì, che definiscono la traccia politica e tecnica all’interno di cui si muoverà il piano. La prima strategia riguarda la salvaguardia e riqualificazione dei valori ecosistemici e paesaggistici del bacino del fiume Magra e della rete fluviale afferente: ricostituzione del continuum fluviale, riqualificare le riviere del Magra e degli affluenti, riqualificare i principali affacci urbani sul fiume, incentivandone la delocalizzazione e valorizzando il ruolo connettivo del fiume Magra con forme di fruizione sostenibile della via d’acqua con itinerari di mobilità dolce, punti di sosta e accessi. Là dove ci sono impianti e piattaforme produttive lungo gli ambiti fluviali, bisogna assicurare la riqualificazione ambientale e urbanistica, con il recupero degli immobili abbandonati. Una nuova tutela per le aree Anpil del fiume Magra. La seconda strategia si basa sulla funzionalità ed efficienza del sistema di regimazione idraulico del territorio a supporto delle attività agricole esistenti, anche con nuove opere. Il terzo asse è centrato sulla tutela e la salvaguardia dei valori storici e culturali oltre che scenici dell’Appennino Tosco- Emiliano a corona del bacino idrografico del fiume Magra, accettando la sfida di contenere i processi di abbandono delle aree collinari.  Quindi dovranno essere spese risorse per tutelare e valorizzare il sistema difensivo in gran parte riferito al periodo medievale, i complessi monastici, le pievi e gli eremi, ma anche mulini, linee ferroviarie storiche come ponti e viadotti, la via Francigena. Tutto per conservare l’immagine di ‘terra murata’ della Lunigiana. Integrare inoltre la ferrovia pontremolese con il sistema di mobilità dolce lungo il fiume e con i percorsi storici. La quarta strategia è dedicata invece ai boschi: gestione attiva e mantenimento degli ambienti agropastorali sono i due indirizzi per evitare lo spopolamento e magari promuovere un turismo escursionistico. Francesco Scolaro

Cronaca

Si chiamano ‘Progetti di paesaggio’ ma oltre la definizione suggestiva c’è una procedura tecnica e un iter burocratico che deve portare a una pianificazione di dettaglio di alcuni contesti particolari del territorio regionale. E’ prevista dal Pit, il Piano di indirizzo territoriale della Toscana. Adesso tocca alla Lunigiana, che si individua come ‘terra murata’, ricca di acque e boschi da valorizzare e mettere a sistema in un ambito di tutela della storia in gran parte medievale. L’obiettivo è quello di valorizzare quest’area interna della provincia apuana, alla periferia dei confini regionali che si protendono verso la Liguria e l’Emilia Romagna, assieme a tutto il contesto storico-culturale in cui il territorio è immerso. In questo contesto la Regione Toscana ha previsto con appositi provvedimenti normativi di finanziamento, a partire dal 2016, studi di fattibilità propedeutici alla redazione di Progetti di Paesaggio mediante l’assegnazione di contributi ai Comuni che saranno coinvolti nella procedura: infatti nel 2019 era stato siglato il primo accordo fra Regione, Unione di Comuni Montana Lunigiana e Comune di Pontremoli per la realizzazione dello studio di fattibilità finalizzato alla redazione del progetto di paesaggio. 
La delibera della giunta, invece, ora approva il documento di avvio del procedimento vero e proprio. Per ora stiamo parlando di un documento ‘quadro’ che traccia la cornice e quindi non può e non deve dare dettagli specifici demandati alla sintesi che avverrà dopo la fase di partecipazione. Ma ci sono le strategie e gli obiettivi, quelli sì, che definiscono la traccia politica e tecnica all’interno di cui si muoverà il piano. La prima strategia riguarda la salvaguardia e riqualificazione dei valori ecosistemici e paesaggistici del bacino del fiume Magra e della rete fluviale afferente: ricostituzione del continuum fluviale, riqualificare le riviere del Magra e degli affluenti, riqualificare i principali affacci urbani sul fiume, incentivandone la delocalizzazione e valorizzando il ruolo connettivo del fiume Magra con forme di fruizione sostenibile della via d’acqua con itinerari di mobilità dolce, punti di sosta e accessi. Là dove ci sono impianti e piattaforme produttive lungo gli ambiti fluviali, bisogna assicurare la riqualificazione ambientale e urbanistica, con il recupero degli immobili abbandonati. Una nuova tutela per le aree Anpil del fiume Magra. La seconda strategia si basa sulla funzionalità ed efficienza del sistema di regimazione idraulico del territorio a supporto delle attività agricole esistenti, anche con nuove opere. Il terzo asse è centrato sulla tutela e la salvaguardia dei valori storici e culturali oltre che scenici dell’Appennino Tosco- Emiliano a corona del bacino idrografico del fiume Magra, accettando la sfida di contenere i processi di abbandono delle aree collinari. 
Quindi dovranno essere spese risorse per tutelare e valorizzare il sistema difensivo in gran parte riferito al periodo medievale, i complessi monastici, le pievi e gli eremi, ma anche mulini, linee ferroviarie storiche come ponti e viadotti, la via Francigena. Tutto per conservare l’immagine di ‘terra murata’ della Lunigiana. Integrare inoltre la ferrovia pontremolese con il sistema di mobilità dolce lungo il fiume e con i percorsi storici. La quarta strategia è dedicata invece ai boschi: gestione attiva e mantenimento degli ambienti agropastorali sono i due indirizzi per evitare lo spopolamento e magari promuovere un turismo escursionistico.
Francesco Scolaro

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