La sfida delle torte d’erbi Tre casalinghe alla ribalta

A Mulazzo la giuria ha scelto tra ben 14 specialità portate fino in piazza. Al primo posto Isa Galanti. L’Unitre presenta un libro fatto grazie a tre donne

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di Natalino Benacci

Casalinghe alla conquista del podio della torta d’erbi più buona al concorso annuale bandito dal Comune di Mulazzo nell’ambito del Bancarel’Vino. La stagione estiva porta in trionfo le torte d’erbi e in tavola piombano plotoni di versioni anarchiche. Ogni casalinga conserva gelosamente la sua ricetta. Una di queste vuole l’impasto “al crudo“, modalità tipica della cultura gastronomica pontremolese secondo la quale le erbe vengono trattate col sale e non scottate o soffritte. E’ una corsa in cucina alla scoperta dell’antica sapienza contadina per ritrovare emozioni, assaporando profumi ed erbe di campo a km 0. Ci sono casalinghe che preparano la torta d’erbe con almeno 20 specie vegetali. Il tesoretto gastronomico è chiuso in un sfoglia che protegge un impasto di erbe, selvatiche o no, cotto negli antichi testi o semplicemente al forno. E’ il layout dell’ormai celebre torta d’erbi o d’erbe della Lunigiana che sta diventando sempre più un tema da concorso. La prima è preparata solo con le bietole, l’altra con erbe spontanee (pimpinella, finocchio selvatico, cime d’ortica, orecchie d’asino, boraggine, tarassaco) che offrono una varietà di sapori e di gusto. Nell’impasto si aggiungono in genere una ricotta, una manciata di pecorino, due uova, pane grattugiato, un pizzico di pepe e olio, ma le varianti sono soggettive. Il verdetto è stato pronunciato da una giuria di buongustai locali presieduta dal professor Luciano Bertocchi. Erano 14 le partecipanti in gara nella piazza di Mulazzo e ad aggiudicarsi la palma della vittoria è stata la signora Isa Galanti, premiata sulla piazza dal sindaco Claudio Novoa nel corso della kermesse presentata dalla giornalista Manuela Ribolla. Occupano il secondo posto ex aequo Norina Piagneri e Giuseppina La Macchia. Le tre protagoniste del podio hanno vinto una settimana wellness in una stazione termale a loro scelta. Dopo la cerimonia le torte sono state prese d’assalto dal pubblico presente che tra una degustazione di vini e un morso agli straordinari ripieni protetti da una croccante sfoglia, hanno ascoltato la presentazione del libro dell’Unitre "Quël ch’a sü d?èv ‘na vòta" con testimonianze dialettali raccolte da Tilde Ghironi Federici, Gabriella Micheloni e Graziella Nadotti. La prima notizia di torte in Lunigiana è contenuta nelle memorie di Giovanni Antonio da Faye (1433), già a quel tempo le torte cucinate con ingredienti di campo rappresentavano il lato "b" dell’alimentazione quotidiana nella bella stagione. Abituati a cibi preparati con la farina di castagno i consumatori potevano cambiare menù grazie alle erbe alimentari. E’ nata così la tradizione tenuta in caldo da chi ha tramandato la liturgia dei raccolti, dei focolari, dei profumi caserecci arrivati sino ai nostri giorni.