La lotta all’azzardopatia è anche in ospedale Così una finta slot ’sfida’ i giochi da tavolo

Fivizzano, sbarca al San Antonio Abate per il progetto di prevenzione dedicato ad adulti e ragazzi. Prossima tappa Pontremoli

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Per capire come stare lontano dal gioco d’azzardo la cosa migliore da fare è impegnare la propria mente in giochi sani, alternativi e che mettono in moto l’intelligenza e non gli automatismi che le false possibilità di vincita ingenerano. Il progetto di lotta all’azzardopatia, dopo aver transitato da Massa, fa tappa anche a Fivizzano con l’obiettivo di contrastare la dipendenza. Lunedì l’inaugurazione con il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti e l’assessore alla cultura Francesca Nobili: oggi, giorno finale, uno spazio nell’atrio dell’ospedale San Antonio Abate di Fivizzano, divenuto un polo dove conoscere le problematiche legate al gioco d’azzardo, attraverso i suoi stessi mezzi e sperimentare popolari giochi da tavolo. La campagna “Slow life - Slow games: gioca al ritmo giusto“ la prossima settimana sarà a Pontremoli.

"Non c’è una fascia di età alla quale ci rivolgiamo, è la popolazione nella sua interezza anche se un occhio di riguardo è ai giovani naturalmente", ha spiegato il dottor Maurizio Varese, responsabile del progetto e direttore dell’Area Dipendenze Azienda USL Toscana nord ovest. All’ospedale è presente un corner con un angolo dove si trova una finta slot, che snocciola frasi motivanti, contro il gioco cattivo, e dove ci si può sedere per fare delle esperienze di gioco da tavolo. Nell’azzardo non conta sapere o pensare. Anzi, è meglio se non si pensa. Alla

finta slot le persone possono giocare, ricevendo messaggi che dovrebbero far riflettere. Compare ad esempio la scritta

“Nel gioco d’azzardo non conta

l’abilità del giocatore“, oppure “Hai quasi vinto“. "Qui si fa riferimento al fenomeno della ’quasi vincita’ – ha aggiunto Varese – che è pensato per far credere alle persone che ce la stanno per fare, convincendole a continuare a giocare. Una spirale che si avvita su se stessa e sfocia nella dipendenza". La maggior parte dei giocatori che poi hanno sviluppato un problema con il gioco d’azzardo, all’inizio ha fatto una vincita. Credendo di essere migliori degli altri, più abili o fortunati. Nell’azzardo, però più si gioca più si perde.

E poi ci sono le scuole. "Andiamo alle elementari e alle medie, dove divulghiamo i giochi da tavolo con tornei assieme ai ludoeducatori di Lucca Crea, società che ha sviluppato con noi il progetto – chiude Varese – Se un ragazzo si appassiona ai giochi di abilità, più difficilmente si appassionerà a un gioco stupido e banale come quello d’azzardo. Alle superiori invece viene messo in scena uno spettacolo, al termine del quale si apre una riflessione coi ragazzi. Andando nelle scuole, emerge parlando con giovani sui 16 anni, che la maggioranza, purtroppo, gioca già a ’gratta e vinci’ o fa scommesse sportive".