"Abbiamo il dovere di applicare le leggi". Secca la replica della sindaca Serena Arrighi sul rifiuto degli indusriali ad applicare la filiera corta. Ricordando che non cederà "alle minacce, di chi, pochi per fortuna, persegue lo scontro a tutti i costi e che un giorno prende un impegno e quello successivo fa ricorso per chiedere di annullarlo" Arrighi ricorda che "chi ora minaccia ricorsi e serrate ha avuto 9 anni per prepararsi: la filiera corta non è una novità o un’invenzione estemporanea, ma un punto chiave della legge 35 del 2015. E’ da questa legge che le aziende hanno usufruito di sette anni di periodo transitorio e poi hanno firmato convenzioni in cui prendono precisi impegni e presentato progetti legati all’articolo 21. In questa fase stiamo discutendo, con il coinvolgimento delle imprese, di vari aspetti della legge come il regolamento sulla tracciabilità. La prima bozza è già stata presentata in commissione Marmo, a sindacati, associazioni e aziende perché ci aspettiamo un contributo di tutti per migliorare e correggere la proposta".
In difesa della legge e soprattuto dei lavoratori interviene la Uil. In una nota Daniele Battistini, segretario FenealUil Toscana e Franco Borghini Segretario Uil Nord Toscana esprimono preoccupazione sui tagli occupazionali. "Non accettiamo il ricatto occupazionale, piuttosto puntiamo ad approfondire soluzioni percorribili per un equilibrio". Ribadendo l’importanza del settore lapideo, la Uil sostiene la necessità di "cercare di salvaguardare le maestranze e creare nuova occupazione. Prioritario il rispetto della legge 35, una legge che non sembra oggetto di modifica. I suoi principi puntano ad aumentare l’occupazione e la lavorazione in loco nel rispetto dell’ambiente".
"I risultati raggiunti – spiegano dalla Uil – in questi anni sono frutto della lotta dei lavoratori, a partire dal contratto integrativo provinciale. Ci rendiamo disponibili a ulteriori confronti sull’impatto delle azioni in campo, perché crediamo che gli aspetti sociali ed occupazionali pesino più degli aspetti tecnici. Negli incontri l’amministrazione si è resa sempre disponibile a fare sintesi tra le varie posizioni. Riteniamo che non sia il momento di uno “scontro”, ma che si debba, con responsabilità, cercare un punto comune a garanzia di tutti, in primis dei lavoratori. Il Comune, insieme alla Regione, deve essere centro di sintesi e di discussione per risolvere queste preoccupazioni, e deve essere chiaro che Feneal e UIL stanno dalla parte del lavoro, dei lavoratori e delle loro tutele. Dedichiamo are le nostre forze ad una concertazione sana e costruttiva tra le parti in causa, sapendo che per noi prima vengono i lavoratori e la loro sicurezza, occupazionale e lavorativa. Fare questo vuol dire salvaguardare quanto di buono fatto fino ad oggi, con la convinzione che si possa e si debba fare sempre di più per questo importantissimo settore, cuore pulsante dell’economia provinciale".