"La Fondazione è in mani sicure". Barattini respinge tutte le accuse

"Gli attacchi di Cordoni e Sodini per meri interessi personali"

Comune

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Carrara, 10 gennaio 2019 - «Qqui tutti hanno lavorato nel modo migliore: non c’è mai stata una gestione fallimentare». Non ci sta il vice presidente uscente della Fondazione CrC Gino Barattini alle accuse mosse dal Comune che, persa clamorosamente la presidenza dell’istituto, dopo la nomina di Enrico Isoppi, parla di gestione fallimentare della Fondazione. Così smessi i panni del mandato, Barattini, una vita fra le aziende del territorio, si toglie qualche sassolino dalla scarpa e precisa da dove e perché sono stati mossi attacchi e accuse dell’ultim’ora.

Riservandosi un’azione legale per diffamazione, Barattini, che ha lavorato per due mandati a fianco di Alberto Pincione, ricorda che la Fondazione dal 2015 al 2017 ha erogato 25 milioni e 300mila euro per la cultura, lo sport, il sociale, le alluvioni e che il calo nelle casse dell’ente è da riferirsi esclusivamente alla crisi che ha investito in questi anni l’intero sistema bancario. «Nonostante la cessione delle quote a Carige il nostro istituto ha continuato, come pochi altri, a erogare contributi al territorio. Dopo lo sconquasso delle banche e la vicenda di Berneschi – spiega Barattini – il valore delle azioni scese dal 2,7 a meno dell’uno. I milioni non li ha mangiati nessuno. Le quotazioni sono state ridotte come è avvenuto in tutto il mondo bancario».

Poi passa alle accuse mosse dall’onorevole Elena Cordoni che ha preso di petto il mancato rispetto delle quote rosa: «Per mero interesse personale – spiega Barattini –. Cordoni farebbe bene ad ammettere che la sua manovra si è mossa dopo l’esclusione della sua rappresentante dal comitato di indirizzo. A lei è stato preferito il professor Piermarco Passani, la cui levatura professionale è indiscussa. Per quanto riguarda le quote rosa noi abbiamo avuto l’avallo dell’Acri a cui rispondiamo direttamente. Tanto ci basta. Idem per Dino Sodini, che si è dissociato dalle scelte, il quale farebbe bene a riflettere sul perché non sia riuscito a controllare le nomine della Camera di commercio».

Infine lo strale ai grillini: «Dove è scritto che il Comune debba avere la presidenza. Ricordo a chi vuole governare la città che non si amministra a colpi dittatoriali, ma con il consenso. Il presidente viene espresso dalla maggioranza dopo trattative, contatti e diplomazia. Invece al termine di Con-Vivere annunciarono con arroganza il presidente». Infine la risposta sulla mancanza di professionalità e competenze e dice: «Ricoprire ruoli amministrativi non aumenta la capacità e l’intelligenza. Sul sito della Fondazione ci sono tutti i curriculum delle persone in gioco e nessuno è al di sotto delle aspettative»