La Filanda e la fabbrica Storia di mondi perduti

Aulla, il libro racconta le vicende dell’ex stabilimento industriale. Presentato a Firenze, Sebastiani: "Come sfogliare un album di famiglia"

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I luoghi che raccontano i luoghi. E le comunità. E le personone. ’La Filanda: una fabbrica, un quartiere, un mondo’ a cura di Melania Sebastiani, ed edito dal Consiglio regionale della Toscana, è un libro che racconta la storia di Aulla e dell’ex stabilimento Montecatini. "Un pezzo importante di storia industriale del nostro Paese", ha sottolineato durante la presentazione a Palazzo del Pegaso il presidente dell’assemblea legislativa Antonio Mazzeo. "Ne consegnerò una copia a ogni membro del Parlamento degli studenti – ha annunciato – Un volume da presentare nelle scuole. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare più voce a chi ha meno voce, di raccontare le storie più belle dei territori più marginali. Oggi raccontiamo la storia de ‘La Filanda’ e di un territorio che all’inizio dello scorso secolo è passato da essere un territorio agricolo a una forte pressione industriale, cambiando lo stile di vita del ceto popolare".

"Sfogliare per la prima volta la pubblicazione – racconta la curatrice, Melania Sebastiani – è come sfogliare un album di famiglia. Un album di comunità, non ci sono solo i legami familiari, ma dietro c’è un progetto sociale, la storia cominciata sui banchi di scuola è andata poi nelle case a conoscere questi testimoni, si è articolata in un video, e poi in una mostra. Entrando in accademie e università. Sulla pubblicazione c’è anche un ’QR code’ che permette di accedere a tanto materiale. Le voci di ieri e oggi compongono un mosaico di storia del ’900". Claudia Bacci ha seguito il lavoro di ricerca degli studenti del liceo classico di Aulla: "Una ricerca storica particolare, perché si tratta di storia industriale, partendo da una realtà scomparsa. Perché la fabbrica, la filanda di cui si parla, nel lavoro oggi non esiste più. Le ragazze e i ragazzi non hanno fatto solo una ricerca d’archivio, ma hanno realizzato un documentario utilizzando le interviste ai sopravvissuti dello stabilimento". "Si tratta di un’idea – ha spiegato Mirella Cocchi dell’associazione ‘Fili di Juta’ – che è nata da una ricerca scolastica, scientifica e meticolosa di ricostruzione di una storia locale, che è respiro di una più ampia storia nazionale".