La droga a Carrara arrivava in scooter

Fiumi di cocaina ed eroina in altre tre città, Livorno, Pisa e Parma. Sgominato il clan degli albanesi

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Quattro città scelte dal clan degli albanesi per spacciare un fiume di eroina e cocaina, quasi 50 chili: un giro colossale che aveva tra le piazze anche Carrara, poi Livorno, Pisa e Parma. La gang venne smantellata nel 2017 dalla Dia di Firenze e dalla mobile di Livorno e ieri la Cassazione ha cristalizzato le pesanti condanne inflitte dalla corte di appello di Firenze respingendo i ricorsi: 16 anni al capo della banda, Shkelzen Kasa, 37 anni, 8 anni a Ervin Sgura, 25 anni e a Erist Piku, 31 anni, 6 anni a Enkel Matraku, 24 anni, tutti consideratri i corrieri della gang. Arrivavano a Carrara in scooter per non dare nell’occhio. Nella sentenza impugnata è tratteggiata la genesi dell’indagine, anche con riferimento alla identificazione degli imputati e alla natura del relativo compendio probatorio. Le indagini, in particolare, si sono dipanate attraverso una attività di polizia, mediante servizi di osservazione e pedinamento, che hanno consentito di assistere in diretta ad alcune cessioni di sostanza, e operazioni di intercettazione ambientale (su veicoli in uso alla compagine) e telefonica (su utenze in uso agli imputati), il tutto riscontrato dagli arresti in flagranza di alcuni imputati e di altri appartenenti al gruppo separatamente giudicati e dal sequestro di complessivi 44 chili di eroina e 2 chili di cocaina, oltre a beni immobili, mobili registrati e un’attività commerciale, ritenuti riferibili al Kasa, tra cui un bar, a Pisa, due immobili a Parma, sei auto tra cui Bmw e Mercedes, un autocarro , 5 scooter, oltre a due conti correnti nei quali risultavano depositati circa 31mila euro ed intestati al capo della banda, Kasa. Il clan era stata attivo per un consistente periodo (dal dicembre 2015 al novembre 2016); si avvaleva di un collaudato modus operandi, in base al quale un gruppo coeso di cittadini albanesi aveva immesso nel mercato italiano (piazze di Livorno, Pisa, Carrara e Parma) rilevanti quantitativi di droga, prevalentemente acquistata da canali maghrebini; disponeva di mezzi, denaro e di una platea di acquirenti, oltre che di una rete logistica ben articolata, comprensiva di veri e propri covi e depositi (almeno otto gli immobili individuati in diverse città, tra garage, abitazioni e cantine), mezzi di trasporto (ventisette, tra automobili e scooter), l’occorrente per confezionare lo stupefacente, pesarlo e suddividerlo; gli immobili erano nella disponibilità di più imputati (all’interno erano stati reperiti anche documenti ed effetti personali); avevano allestito un centro di raffinazione della droga in un garage a Livorno e non esitavano a tagliar male lo stupefacente, con medicinali di largo consumo o con sostanze anabolizzanti pur di aumentare i profitti illeciti. E’ quanto avrebbe accertato la squadra mobile di Livorno che, in collaborazione con i colleghi di Parma, ha sgominato un clan albanese di stampo familiare che gestiva un traffico di eroina e cocaina tra Toscana ed Emilia e che nel marzo 2017 aveva portato all’esecuzione di 9 misure di custodia cautelare in carcere.

Guido Baccicalupi