L’inquinamento sotto Massa è ancora profondo

Falda in zona industriale, le nuove analisi delle acque evidenziano un quadro di contaminazione persistente

La vecchia Farmoplant (foto di repertorio)

La vecchia Farmoplant (foto di repertorio)

Massa Carrara, 4 dicembre 2019 - Confermato il profondo inquinamento della falda apuana nell’area della zona industriale e in buona parte delle aree residenziali a ridosso, fra Massa e Carrara. Le seconde analisi delle acque sotterranee, seppur effettuate su un numero ridotto di pozzi rispetto alla prima fase, hanno restituito un quadro di contaminazione persistente per solventi clorurati, cromo esavalente, metalli pesanti, organoalogenati e pure qualche traccia residua ai valori soglia di erbicidi (Simazina, nel dettaglio) vicino alle aree ancora perimetrate come Sito di interesse nazionale, quindi ex Farmoplant, ex Ferroleghe ed ex Rumianca (Syndial). Ieri Arpat ha pubblicato le mappe, una per ciascun inquinante, con i relativi valori pozzo per pozzo. Confermano quanto già preventivato, nonostante siano state fatte nella fase di ‘morbida’ della falda, ossia quando c’è più acqua. Dato che i rilievi misurano la presenza di contaminanti in microgrammi per litro va da sé che qualche parametro possa risultare meno concentrato.

Così, invece di tante chiazze rosse (quando i parametri superano di oltre 10 volte la soglia di contaminazione stabilita per legge) adesso si trovano tantissimi puntini gialli, pozzi dove il limite è stato superato ma ‘solo’ da 1 a 10 volte. Ecco i parametri più importanti: Arsenico, 1.750 microgrammi per litro in viale Zaccagna, vicino al Carrione, ma superiore al limite anche 6 volte in tanti pozzi della zona industriale; azoto ammoniacale superiore a 10 volte il limite (0,5 microgrammi per litro) in tanti pozzi attorno al Lavello ma addirittura 90 volte il limite in zona Cermec. Benzene, un hot spot da 490 microgrammi (il limite è 1) in viale Zaccagna. Forte presenza di cloruro di vinile (potente cancerogeno per il sistema epatico) dentro ed a valle dell’ex Farmoplant, fino a 74 volte il limite. Cromo esavalente, uno dei grandi nemici da eliminare, ancora presente a valle dell’ex Ferroleghe fino a 79 microgrammi per litro (circa 16 volte il limite). Una enorme macchia rossa e gialla di 1,1dicloroetilene (sospetto cancerogeno) va dall’ex Farmoplant al mare (superando il limite anche nel pozzo vicino al litorale), concentrandosi lungo il Lavello e con picchi di 520 volte la soglia di contaminazione, che è di 0,05 microgrammi).

Lo stesso, in forma lievemente ridotta, vale per 1,2dicloropropano (che raggiunge picchi ‘solo’ di 45 volte il limite). A valle della Syndial supera anche l’esaclorobutadiene. Metalli pesanti: manganese e ferro quasi sempre oltre i limiti nell’area vicino all’ex Farmoplant e Syndial, con picchi sopra il limite, il primo di 60 volte circa, il secondo di oltre 95 volte. Sommatoria organoalogenati fino a 26 volte il limite subito a valle della Syndial e nello stesso punto anche 1,1,2,2tetracloroetano; e sempre lì il tetracloroetilene arriva a 210 volte il limite (toccando 230 microgrammi per litro), ma è un inquinante diffuso con picchi elevati in tutta l’area Sin/Sir indagata. Nelle stesse zone concentrazioni pericolose di 1,1,2tricloroetano, tri cloroetilene e 1,2,3tricloropropano che si estendono fino al mare. Difficile, in queste condizioni, ridurre le ordinanze dei due Comuni che vietano di utilizzare l’acqua dei pozzi di falda. «Le bonifiche dovranno avere priorità assoluta – ha detto ieri il sindaco Francesco Persiani, commentando i dati – come massimo dovrà essere l’impegno affinché siano rispettate le tempistiche». © RIPRODUZIONE RISERVATA