Insetti alieni. Allarme della Coldiretti

Dalla flavesceza dorata che minaccia la produzione di vino alla cimice marmorata asiatica e la Drosophila suzukii che attaccano decine di specie di alberi da frutto, dalla vespa velutina, il calabrone killer che stermina le api e mette in pericolo la biodiversità al granchio blu che divora cozze e avannotti fino alla cecidomia degli olivi, al cinipide galleno dei castagni, al cerambicide dal collo rosso (Aromia Bungi), un pericolo per pesche, albicocche e susine, al batterio che provoca una gravissima malattia del pero ed melo per finire con il punteruolo del fico. Sono le principali specie aliene portate in Toscana dalla globalizzazione degli scambi e dai cambiamenti climatici che stanno causando milioni di euro di danni alle produzioni agricole con pesantissimi effetti sul piano alimentare, ambientale, paesaggistico ed economico. “Mostri” alloctoni arrivati da Asia, Nord America e da altre aree del globo e che hanno trovato, nelle nostre campagne, habitat congeniali favoriti dal surriscaldamento e dal caldo anomalo ma anche da controlli poco accurati alle frontiere. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha stilato una classifica delle dieci specie aliene più pericolose per il futuro dell’agricoltura.

Al settimo posto si inserisce la cecidomia dell’olivo rilevata in Lunigiana. La diffusione della Dasinera oleae, pur non compromettendo la vita della pianta di olivo, ha portato, laddove è già comparso, in particolare nei comuni di Fosdinovo, Fivizzano e zone limitrofe, alla sensibile riduzione della produzione di olio, che in Lunigiana rappresenta una delle principali economie agricole. Per contrastare la sua diffusione è stato attivato un servizio di monitoraggio per capire l’andamento del “contagio” delle foglie di olivo da parte del Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana grazie alla collaborazione con Coldiretti Massa Carrara ed avviata una fase di studi e ricerche per individuare “la cura” giusta.