Indagato il pratese: respinge tutte le accuse Si scandagliano le telecamere di sicurezza

Il legale dell’incensurato rifiuta l’accusa di omicidio e chiede alla Procura di poter acquisire le immagini a circuito chiuso della zona

Migration

Alla ricerca della verità sulla tragedia di Montignoso. L’avvocato Leonardo Pugi, che difende il

pratese di 30 anni incensurato, indagato per omicidio, ha depositato alla procura di Massa una memoria difensiva per sottolineare la piena innocenza del suo assistito. Nella memoria, il legale ribadisce l’estraneità dei due amici pratesi sospettati del furto del portafoglio che ha innescato il dramma, e sottolinea che il trentenne è stato inseguito e minacciato fino a sentirsi vittima di un possibile linciaggio. L’avvocato Pugi ha inoltre chiesto alla magistratura di acquisire le immagini delle telecamere presenti nella zona teatro della fuga e infine della morte del ristoratore massese.

Molto, per stabilire la verità sull’ episodio, ci si aspetta dall’autopsia sul corpo di Claudio Vita, 31 anni. L’esame medico legale sarà effettuato oggi. Vita era titolare del bar Vintage e del ristorante Tanka, al Cinquale. In attesa dell’autopsia, non si allevia il dolore di famiglie che hanno perso un figlio, un nipote. E di un bambino che crescerà senza il babbo. Il giorno dopo la tragedia di Montignoso dove lunedì all’alba, all’altezza della discarica di cava Fornace, è stato trovato fuori dai binari in un luogo impervio il cadavere di Claudio Vita, gli investigatori, il comando dei carabinieri di Massa e i militari di Prato hanno uno scenario più nitido sulla vicenda. I punti da chiarire restano tanti, ma la rapidità dell’intuito degli investigatori avrebbe consentito di ricostruire, in prima battuta, cosa è successo tra domenica e le prime ore di lunedì. Al trentenne di Prato vengono contestati i reati di furto e di omicidio: contestazione tecnica e obbligatoria nelle prime fasi della indagine. A carico di un secondo giovane pratese non ci sarebbe alcuna contestazione. La tragedia sarebbe maturata durante una cena privata nel locale di Claudio Vita, cena tra persone che si conoscevano e che non è escluso sia stata organizzata anche per motivi di lavoro. Nel corso della serata il giovane imprenditore si sarebbe accorto che gli era stato sottratto il portafoglio. Un furto in casa propria, un episodio sul quale Vita ha deciso di vederci chiaro. Cosa sia successo nei dettagli è oggetto degli accertamenti. Una delle ipotesi è che il trentenne poi individuato dai carabinieri di Prato si sia allontanato per raggiungere la stazione di Massa in taxi, stazione raggiunta anche da Vita, che voleva riprendersi il denaro sospettando che il trentenne fosse l’autore del furto. Un sospetto che l’avvocato Pugi, come detto, respinge Decisamente. La perquisizione nell’abitazione del trentenne ha dato esito negativo. Il pratese arrivato alla stazione di Massa, per sfuggire agli inseguitori si è aggrappato a un treno merci. Vita invece avrebbe raggiunto il convoglio saltando dal binario. Dopo una decina di chilometri l’imprenditore, che poteva contare su un solo braccio per un grave incidente avvenuto in passato, è precipitato finendo fuori dai binari. Il pratese, arrivato a Pisa San Rossore, ha raggiunto Prato.