di Andrea Luparia
Filtrano nuove indiscrezioni sull’incidente sul ponte di Avenza che solo per un mezzo miracolo non ha causato grosse ferite a due donne che hanno avuto la sola colpa di essere nel postro sbagliato al momento sbagliato. Intanto un dato. Il conducente della vettura, un rumeno, avrebbe ammesso di essere scappato subito dopo lo scontro con l’altra vettura (che andava nella direzione giusta). Ma non era una scelta precostituta: sia lui che gli altri due occupanti della vettura (suoi connazionali) si sono fatti prendere dal panico. Lui anche perchè temeva (avendo già un brutto precedente) che gli ritirassero la patente. In più non si erano accorti che una delle donne era rimasta leggermente ferita. Una scelta comunque sbagliata, per la quale il rumeno avrebbe già chiesto scusa, ma senza la volontà di rendersi irreperibile. Tanto che il fuggiasco ha lasciato nella macchina non solo i documenti della vettura (di proprietà di sua mamma) ma anche i documenti personali. Non solo. Dopo qualche ora insonne, ha chiamato all’alba l’avvocato Walter Mattarocci, nominandolo difensore e raccontandogli tutto. Insieme al legale avevano deciso di presentarsi spontaneamente alla caserma più vicina, l’avvocato era già a mezza strada quando l’ha raggiunto la telefonata dell’assistito: lo informava che i militari erano stati più veloci e si erano già presentati a casa. A quel punto difensore e accusato si sono visti in caserma. L’accusa più pesante dalla quale il conducente dovrà difendersi è quella di omissione di soccorso. Oltre naturalmente a varie infrazioni al codice stradale. Di queste ultime non dovranno ovviamente rispondere gli altri due rumeni che erano nell’auto. Non guidavano, quindi non erano responsabili della direzione presa dalla macchina e della velocità. Potrebbero però essere accusati anche loro di omissione di soccorso. Indipendentemente dalle valutazioni del Pm, sarà il Gup, eventualmente, a stabilire se ci sono le condizioni per il rinvio a giudizio.