Inchiesta choc sui carabinieri in Lunigiana, indagato l’ex comandante

Sono 37 le persone coinvolte con varie accuse

Carabinieri (Foto archivio)

Carabinieri (Foto archivio)

Massa e Carrara, 7 ottobre 2017 - Le accuse contro quei carabinieri sono pesanti come macigni: calci, pugni e scariche elettriche a cittadini extracomunitari dentro e fuori dal caserma, multe «cancellate» in cambio di rapporti sessuali, falsi fogli di servizio per inesistenti turni di servizio notturno. Arriva all’avviso di conclusione indagini la maxi-inchiesta della procura di Massa Carrara contro 37 carabinieri della stazione di Aulla, in Lunigiana. Un caso esploso come una bomba nel giugno scorso con l’arresto di quattro militari (uno tuttora rinchiuso carcere militare di Verbania), l’obbligo di dimora e il trasferimento di altri. Vicenda partita dalla denuncia fatta da alcuni cittadini, in primis extracomunitari, riguardo il modus operandi di alcuni militari.    Ora nell’indagine finisce anche l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Massa Carrara, il tenente colonnello Valerio Liberatori, accusato dalla procura di «favoreggiamento personale»: avrebbe infatti ordinato al comandante della compagnia di Pontremoli e della stazione di Aulla (entrambi a loro volta indagati) di non far più svolgere compiti di capopattuglia al brigadiere su cui gravano le accuse più pesanti dell’inchiesta. Affiancandogli un militare dal grado più alto, gli è stata così limitata la potestà decisionale all’interno dell’auto di servizio, rendendo inutili le intercettazioni fatte con le microspie sistemate nell’abitacolo.    Proprio dalle precedenti intercettazioni erano emersi i comportamenti fuori dalle righe del brigadiere: calci, pugni e manganellate a extracomunitari fermati durante i controlli, vessazioni nei confronti degli stessi stranieri fatte con multe per inesistenti violazioni al codice della strada. Fra le imputazioni contro il sottufficiale c’è anche quella dell’odio razziale. E contro gli extracomunitari si è scagliato un altro militare, una volta venuto a sapere delle denunce fatte nei confronti dell’Arma: è entrato in un bar di Aulla dove, ad alta voce, avrebbe minacciato l’intenzione di «fare una strage di marocchini» con un kalashnikov. Un altro sottufficiale avrebbe invece annullato una multa a una giovane extracomunitaria in cambio di una prestazione sessuale. Il colonnello Liberatori nel frattempo ha lasciato l’incarico di comandante, ma non per fatti collegati all’indagine della procura: il comando generale non lo ha sospeso, ma anzi gli ha affidato un nuovo incarico di prestigio. Oltre a Liberatori finiscono nell’indagine altri cinque carabinieri (residenti a Massa Carrara e La Spezia), per reati legati soprattutto a falsi fogli di servizio.    Da quanto emerso, avrebbero infatti «accorciato» un servizio di controllo notturno anticipando il rientro in caserma di 45 minuti. Oppure in un altro caso l’equipaggio di una pattuglia è uscito dal territorio di competenza per «sconfinare» nella vicina Fivizzano e andare a cena da parenti di uno dei carabinieri in servizio. Erano invece andati a vedere una partita di calcio dilettanti i carabinieri di un’altra pattuglia, dove era impegnato un carabinieri con trascorsi calcistici. E quando sono stati chiamati per un intervento sullo stesso campo, hanno falsificato il foglio di servizio modificandone gli orari, reato di cui vengono accusati anche altri colleghi. Prosciolti da tutte le accuse tre carabinieri iscritti nel registro degli indagati a giugno.