Impianti sciistici, in arrivo i fondi "Ma Zeri rischia di restare fuori"

Viaggi è preoccupato: "Si prende riferimento dei soggiorni e questo potrebbe penalizzarci"

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Arrivano 700 milioni di euro finalizzati al sostegno alle stazioni sciistiche per la mancata riapertura degli impianti. Le risorse stanziate dal Governo dovrebbero essere distribuite ai Comuni dei comprensori invernali sulla base delle presenze turistiche del 2019, ma in Toscana temono che a fare la parte del leone siano le località turistiche alpine poiché il criterio di ripartizione inizialmente non comprendeva neppure tutti i comuni montani appartenenti a comprensori sciistici o con sede di impianto e non consentiva un’ equilibrata ripartizione delle risorse ai gestori degli impianti a fune e delle imprese. La proposta unanime delle Regioni prevede invece ristori agli impianti di risalita (430 milioni) che saranno calcolati tenendo conto del principio secondo cui l’indennizzo dovrebbe essere correlato ai mancati guadagni dell’attuale stagione rispetto alle due migliori del triennio. L’indicazione è che questi ristori siano liquidati dal Governo, assieme a 40 milioni di contributi a favore dei maestri di sci. Per i 230 milioni destinati alle attività commerciali e turistiche, la metà riservati alle Province autonome, le Regioni propongono invece che siano loro stesse ad occuparsi delle distribuzione, anziché i Comuni (spesso troppo piccoli e con strutture non adeguate). Inoltre chiedono per questo ultimo punto un ulteriore stanziamento di cento milioni. Della questione si sta occupando la Conferenza delle regioni. Ma già nelle scorse settimane era scattato l’appello all’assessore regionale toscano Leonardo Marras perché si impegnasse a garantire che gli impianti invernali medio-piccoli non venissero penalizzati dal decreto.

"Si tratta di un sostegno alla montagna italiana di 700 milioni - commenta Maurizio Viaggi, presidente della società no-profit che gestisce la stazione invernale Zum Zeri -, un valore molto importante. Il 70% è riservato agli impianti veri e propri il restante 30% per le comunità che sono state colpite dalla pandemia, quindi attività commerciali e indotto. C’ è anche un ristoro per i maestri di sci rimasti disoccupati. Purtroppo nel decreto, che speriamo possa essere modificato per quanto riguarda la ripartizione delle risorse, si prende come riferimento l’indice Istat per i soggiorni. Paradossalmente oltre l’80% dei soggiorni montani si registrano nelle province autonome di Trento e di Bolzano, mentre le altre importanti stazioni sciistiche del nord Italia sono più di vicinato. A Bornio ci va il milanese così come a Zeri arriva lo spezzino che utilizzano magari per il soggiorno non gli alberghi, ma le seconde case e creando un’economia territoriale. Quindi prendere come criterio per i ristori il numero dei soggiorni alberghieri rischia di penalizzare in particolare le stazioni dell’Appennino. Questo è un po’ l’appello che parte dai sindaci dei territori che contano sul loro territorio le stazioni invernali. Non si può dimenticare la valenza sociale dei piccoli impianti. Zum Zeri rappresenta l’economia del territorio. In questo biennio di chiusura infatti tutte le categorie commerciali locali ne hanno risentito pesantemente. La preoccupazione è che se non viene garantito un equilibrio tutti questi soldi vadano a confluire totalmente sui territori alpini che hanno già numeri imparagonabili agli impianti dell’Appennino. Spero che gli assessori di quest’area vendano cara la pelle. Penso che 700 milioni di euro siano una cifra in grado di consentire un ripresa e opportunità che difficilmente potranno ripresentarsi".

Viaggi crede che il turismo della neve sia un volano utile per potenziare un richiamo non più relegato ad una sola stagione. I soldi del decreto Sostegni potrebbero servire per investire anche sul turismo estivo utilizzando, adeguandola alle esigenze, ad esempio la seggiovia attrezzandola con i ganci per trasportare le bike; potremmo pensare inoltre di valorizzare il turismo outdoor legato al trekking, alle montain bike, ai cavalli. "In pratica conclude Maurizio Viaggi - chiediamo che si tenga presente come parametro per la suddivisione dei fondi il valore del turismo giornaliero, quello dei passaggi sugli impianti non solo quello legato agli alberghi".

N.B.