Il tesoretto di Area Spa Spuntano più di 5milioni finora inutilizzati

Area Spa era affittata alla Porto spa per 780mila euro. La porto a sua volta ha subaffittato al Pignone i terrreni per un milione e 700mila euro. La Procura ha aperto un’indagine sulla locazione incongrua

Pignone

Pignone

Carrara, 13 gennaio 2018 - Un nuovo accordo che oltre a far entrare nelle casse del Comune 550mila euro in più l’anno ha fatto scoprire un tesoretto di oltre 5 milioni. Si tratta del nuovo protocollo siglato fra il Comune e la Porto Spa sotto la minaccia della Procura che senza la firma per il rinnovo del canone di locazione avrebbe posto Area Spa sotto sequestro. Così non solo l’amministrazione ha scongiurato il rischio di mandare a gambe all’aria gli investimenti del Pignone, che quell’area ha in subaffitto da Porto Spa, ma ha anche incrementato le entrate di palazzo. Così, come il procuratore Aldo Giubilaro aveva sottolineato nella sua inchiesta, partita con il sequestro della banchina in uso alla Porto nel 2016, è stato riconosciuto che l’importo della locazione di 780mila euro l’anno con cui Porto Spa ha subaffittato parte di Area al Pignone (per un milione e 700) era sottostimato. Da qui l’impegno dell’amministrazione che ha nominato quel famoso consulente il cui nome e la cui mission sono rimasti top secret finora. Si tratta dell’avvocato Fabio Benetti che ha seguito la delicata trattativa portando nuovo ossigeno nelle casse del Comune.

Non solo, intento dell’assessore alle Partecipate Matteo Martinelli è mettere mano alla clausola che impedisce di dividere gli utili di Area fra i soci per poter così mettere mano sul «tesoretto» di oltre 5 milioni rimasto inutilizzato fino ad adesso. Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Francesco De Pasquale per l’accordo raggiunto «che porta notevole beneficio per le casse comunali e quindi per i cittadini. Fondamentale il lavoro svolto dal vicesindaco Matteo Martinelli. Appena insediati – dice il sindaco – abbiamo affrontato la problematica tra Area Spa, il cui maggior azionista pubblico è il Comune col 36% delle quote, e la Porto Spa. Con gli altri soci pubblici, agendo da soggetto capofila, ci siamo messi al lavoro». «Ci siamo chiesti – afferma Martinelli – come mai ‘quelli competenti’ non avessero fatto nulla su questa vicenda. Abbiamo dato un incarico ad agosto a un legale perché ci aiutasse a dirimere la questione. Ricordo gli attacchi per aver opportunamente non divulgato i motivi dell’incarico per la riservatezza dovuta alla delicatezza della questione, che poteva avere risvolti negativi non solo in termini finanziari ma anche occupazionali per l’importante realtà produttiva insediata in quell’area. Ci hanno attaccato con la stancante, cantilena del ‘predicavano bene e ora razzolano male’». «Ringrazio la Procura – conclude De Pasquale – per l’encomiabile lavoro e ringrazio la Porto Spa per l’atteggiamento collaborativo. Ringrazio infine l’avvocato Fabio Benetti, ancora al lavoro, rammentando anche le perplessità dell’opposizione che non si è neppure sforzati di capire che, se l’amministrazione taceva determinati passaggi, lo faceva temporaneamente e non per la volontà di nascondere qualcosa». Sulla questione la soddisfazione anche del Comune di Massa e della Provincia che in una nota congiunta parlano di «un processo che ha visto coinvolti soci pubblici e privati, che hanno lavorato per tradurre le osservazioni della Procura in atti che dessero il giusto valore, in termine di ritorno economico, ai soci pubblici. Sono state superate alcune storture del passato e rideterminati così congrui canoni di locazione, consentendo a breve di recuperare somme che saranno destinate allo sviluppo del territorio. Rendiamo merito alla Procura per il ruolo prezioso».