Il cambiamento e la sua complessità è il tema di Con-Vivere, il festival di filosofia che ieri, in una Carrara alle prese con l’allerta meteo, ha aperto i battenti. Voluta dalla Fondazione cassa di risparmio di Carrara, presieduta da Enrico Isoppi, la kermesse, diretta da Emanuela Mazzi con la consulenza scientifica di Mauro Ceruti, declina con venti incontri di parola e una settantina di appuntamenti vari il tema del cambiamento dai vari punti di vista.
Quattro giorni dedicati al pensiero e alla rivoluzione tecnologica che ci attende e che ci sta già investendo. Fino a domenica Carrara aprirà i suoi musei, i suoi palazzi, i suoi teatri, le sue chiese e i suoi ristorani con incontri, spettacoli, conferenze, menù tipici e dibattiti sul tema del ’Cambiamento’. Se ne parlerà, per fare qualche esempio, con Laura Boella e Luigino Bruni che prospettano il paradigma vegetale da sostituire a quello animale, con Antonello Pasini che affronterà il clima, con Luisella Battaglia che parlerà di etica planetaria, con Ugo Boggi che farà conoscere la robotica nella medicina e nella chirurgia, con Chiara Saraceno che affronterà i cambiamenti nelle istituzioni sociali come la famiglia.
Mauro Ceruti, professore emerito di Filosofia della scienza e direttore del Centro di ricerca sui sistemi complessi all’Università di Milano, ha voluto porre l’accento sulla complessità del cambiamento e su come dal passato a oggi l’uomo abbia avuto un atteggiamento diverso davanti al progresso. "Se nell’Ottocento c’era una grande fede nel progresso e una sorta di entusiasmo generale sul futuro, dopo le due guerre l’uomo dimostra una sorta di inquietudine di fronte ciò che lo aspetta"
Cosa è successo nel frattempo?
"Totalitarismi liberticidi, genocidio ebraico, bomba atomica hanno fatto preludere a una nuova barbarie. La fede nel progresso si è incrinata, come se le promesse della scienza e della tecnica che erano state celebrate ingenuamente dal tardo illuminismo e dal positivismo fossero diventate minacce".
Una soluzione?
"C’è la necessità di creare un nuovo umanesimo, globale e planetario per affrontare il cambiamento che è complesso. Serve una rete fra i popoli, dove l’Occidente non si erga a portatore di verità. Serve che l’uomo da protagonista e sovrano, come succedeva nel ’500, diventi curatore del pianeta".
Ogni sera anche uno spettacolo che seguirà il fil rouge del festival. Così dopo il concerto di ieri di Leo Gassman, stasera invece lo show di Drusilla Foer, che del cambiamento ha fatto uno stile di vita, e domani Arturo Brachetti (alle 21,45). Gli spettacoli si concludono domenica con i Modena City Ramblers.
Il resto è una città che si apre al pensiero a 360 gradi con mostre sull’intellligenza artificiale, visite guidate alla scoperta dei gioielli della città dei marmi, collaborazioni e partecipazioni di enti e associazioni, scuole e istituti che insieme portano avanti la cultura.