Il taser, l’arma in più in dotazione degli agenti

Lo strumento che rilascia scosse elettriche fa il suo esordio in questura da lunedì prossimo. Cavallo: "Sarà un ottimo deterrente"

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di Alfredo Marchetti

Quante volte la cronaca ha raccontato di agenti alle prese con ubriachi armati di spranghe o coltelli, costretti a difendersi ’attingendo’ solo alla loro professionalità ed esperienza perché non potevano estrarre la pistola di ordinanza? Da adesso la polizia ha un’arma in più, non letale, che permette agli agenti di difendersi e di assicurare la sicurezza a tutti i cittadini. Arriva il taser in dotazione alle donne e agli uomini delle volanti che usciranno in servizio da lunedì prossimo. Si tratta di uno strumento in più in mano agli operatori che sono in strada, che quotidianamente devono fare i conti con persone poco raccomandabili a ogni ora del giorno e della notte. Un’arma a tutti gli effetti che ’immobilizza’ per 5 secondi il malvivente, blocca i muscoli e permette al collega dell’agente che l’ha utilizzato di immobilizzare la persona che non ne vuole sapere di rispettare la legge. Ha spiegato questa novità il questore Raffaele Cavallo, nella conferenza stampa di ieri mattina: "Anche la nostra questura utilizzerà il taser per controllo del territorio. Nell’arco di queste settimane il personale è stato formato in maniera abbastanza particolare, perché questo strumento è da definirsi un’arma a tutti gli effetti. Nel gergo tecnico è un lanciatore di sensori che trasmettono una scossa elettrica. Il personale non è stato addestrato soltanto dal punto di vista pratico, ma anche sotto l’aspetto giuridico. Cominciamo adesso a doverlo usare anche nel nostro territorio, con la speranza di farne un uso molto limitato. In futuro saranno dotati anche gli agenti del commissariato di Carrara".

Margherita Prestimonaco, responsabile dell’ufficio volanti spiega i dettagli: "Presentiamo questa importante novità che interesserà gli agenti delle volanti. Nella pratica un agente utilizzerà il taser mentre un secondo operatore bloccherà il soggetto colpito. Si tratta di un’arma che ’obbliga’ a lavorare a distanza, con ricadute sull’operato degli agenti. Lo strumento ha all’interno un sistema dotato di memoria che estrapola tutti i dati di quando l’arma viene utilizzata, per una maggiore trasparenza. Gli istruttori sono stati formati nel centro nazionale di tiro e altri operatori della volante stanno seguendo corsi in queste settimane per perfezionarne il suo utilizzo". L’arma non verrà rilasciata in dotazione a ogni agente, ma farà parte del reparto. L’area di utilizzo che un poliziotto dovrà attenersi è di circa 4 metri. Il malvivente colpito dalla scossa rimarrà immobile per circa 5 secondi dando modo agli agenti di immobilizzarlo e disarmarlo.

La parola è poi passata a uno degli addestratori, l’ispettore Alberto Orsi: "Ci tengo a precisare che siamo stati addestrati da eccellenze, nel rispetto e l’insegnamento delle norme di sicurezza. Come funziona nella pratica? Il soggetto viene colpito da due dardi. L’arma non è letale e lavora sulla neuro incapacità dei muscoli. Si tratta di un’arma unica che lavora sul concetto di deterrenza, nel rispetto delle disposizioni specifiche dell’istituto superiore della sanità".