Il sindaco Francesco De Pasquale: «Sui beni estimati colpevole l’immobilismo»

«Segnanini ci faccia avere le carte con le cave private solo al 3 per cento»

Cave di marmo

Cave di marmo

Carrara, 9 febbraio 2018 - Dopo l'attenta lettura della sentenza del giudice Paolo Puzone sui ‘beni estimati’, l’amministrazione comunale di Carrara interviene attraverso il sindaco e l’assessore al marmo. “Sicuramente, e come già dichiarato, il fatto di parlare esplicitamente di ‘plurisecolari inefficienze delle amministrazioni’ conferma quanto sosteniamo da sempre rispetto all’immobilismo di chi ci ha preceduto alla guida della città. Allo stesso tempo, però, tenuto conto dell’importanza di una controversia di questo tipo che ha ad oggetto un tema su cui si sta discutendo da decenni, la motivazione della sentenza ci sembra alquanto riduttiva anche rispetto alle varie argomentazioni giuridiche e storiche che sono state presentate dalle parti durante il processo. Il Comune di Carrara – aggiungono sindaco e assessore – proseguirà l’azione legale in appello, ma non per perseguire una battaglia ideologica, bensì per una di diritto per far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria nell’interesse esclusivo della collettività”. “Riguardo alle affermazioni dei vertici locali di Confindustria, concordiamo sul fatto di aprire una discussione seria e approfondita sul sistema marmo. Come più volte evidenziato in campagna elettorale: sicurezza, ambiente e filiera saranno tutti temi trattati all’interno del regolamento e costituiranno indici di premialità per la durata delle concessioni. In relazione alla ricerca e all’innovazione, riconosciamo la serietà e la competenza professionale al numero uno di Confindustria, ma ci preme fargli sapere che quelle sono priorità delle aziende non certo degli amministratori locali, le cui priorità sono, in questo caso, la miglior gestione di un bene collettivo”. “Quanto poi alle affermazioni del mio predecessore (dal 1998 al 2002), dottor Segnanini – aggiunge il primo cittadino – lo invito a far pervenire al sottoscritto la documentazione relativa all’affermazione che ai suoi tempi i beni estimati rappresentavano il 3% delle superfici escavate, perché mi pare, dalla ricognizione effettuata dell’ufficio marmo, che la situazione sia ben diversa. Gli riconosco la notevole importanza dei tre studi da lui commissionati, purtroppo però ad essi non è seguita l’azione amministrativa corrispondente. È poi anche vero che ai suoi ‘tempi non esisteva il canone di concessione per cui con la tassa marmi tutte le cave pagavano indistintamente’ (o quasi), purtroppo però il dottor Segnanini dimentica quanto riportato nella sentenza della Corte europea del 2004 sulla tassa marmi dove si afferma che dopo il 1992 ‘il Comune di Carrara non poteva ignorare che la tassa controversa era incompatibile col diritto comunitario’. ‘Inefficienza’ questa che è costata al Comune diversi milioni di euro. Ma non finisce qui: nel 1999 e nel 2002 viene modificato il regolamento degli agri in cui si diceva che le concessioni sarebbero state rilasciate, la loro durata allungata a 29 anni e il loro rinnovo automatico. Ecco il capolavoro di Segnanini: concessioni perpetue uscite dalla porta e rientrate elegantemente dalla finestra! E, per concludere, si trasmettono le ‘plurisecolari inefficienze’ al successore, sindaco Conti che inserisce nel regolamento la ‘promessa’ che le concessioni sarebbero state rilasciate ‘entro un anno dalla entrata in vigore del presente Regolamento’, cioè mai”. Infine l’Amministrazione tiene a far sapere che la ricognizione dei beni estimati è pressoché ultimata e in future comunicazioni sarà reso pubblico l’esito.