’Il linguaggio svelato’ diventa performance teatrale sul femminicidio

Presentazione del libro di Samantha Ghironi, "Il linguaggio svelato", che indaga la struttura della lingua della diseguaglianza e le tecniche di deumanizzazione che oggettivizzano la donna. Una serata ricca di significato, con monologhi, musica e performance teatrali.

E’ andata in scena il 30 novembre la presentazione del libro “Il linguaggio svelato”, un saggio scritto da Samantha Ghironi, lunigianese, ma cittadina del mondo, che ha voluto parlare il suo primo lavoro proprio nella terra che l’ha vista crescere. La serata è diventata una performance teatrale, grazie all’organizzazione Finecobank, rappresentata dal coordinatore Mirco Tognoni con Roberto Petacco e Franco Mazzoni. E’ stata oresentata da Roberto Petacco, private banker, che ha saputo moderare un argomento non semplice, per i drammatici eventi che stanno scuotendo tutta la comunità nazionale, intervistando l’autrice nella sala principale del castello di Terrarossa. Samantha Ghironi ha quindi dato voce ad alcune donne importanti della storia, attraverso i suoi monologhi scritti per l’occasione e interpretati dall’attrice Elisabetta Dini, anche lei eccellenza lunigianese. La musica di Emanuele Pauletta e Marcello Marianetta ha poi trascinato il numeroso pubblico in un’atmosfera densa di significato. Una serata che, ha commentato il sindaco di Aulla Roberto Vallettini, ha lasciato molto su cui riflettere.

“Il linguaggio svelato” è il primo saggio di Samantha Ghironi, che, nata in Lunigiana, vive gran parte della sua vita a Roma dove ha iniziato a lavorare giovanissima in teatro. Si è poi laureata all’Università la Sapienza nella capitale ed ha scoperto la sua passione fotografica a New York. Unisce la scrittura alla fotografia e si dedica alla realizzazione di progetti culturali tra Occidente e Oriente. Frequenta l’Università Internazionale di Shanghai e collabora con diversi artisti, con l’intento "di aggiungere valore all’Umanità". Il suo libro indaga la struttura della lingua della diseguaglianza e le tecniche di deumanizzazione che stabilirono le condizioni della socialità, fino a smascherare i linguaggi di assoggettamento che ancora oggi oggettivizzano la donna con il fine di giustificarne gli atti di violenza inflitti sotto gli occhi dell’intera umanità.