Il Grig non si fida "Finora parole e promesse"

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"A oggi nessun fatto concreto, solo parole e promesse che il presidente del Parco delle Apuane, Alberto Putamorsi, pronuncia dal 2013". Non si fida il Gruppo di intervento giuridico (Grig) onlus che dopo tanti anni di attesa chiede al presidente del Parco documenti, carte e azioni vere per la chiusura delle cave. "In tutti questi anni ne è passata di acqua e di marmettola (nella foto, il Frigido imbiancato dalla polvere di marmo) sotto i ponti. Finora non ha chiuso nemmeno una cava, nemmeno quelle protagoniste di parecchie violazioni di legge. Negli ultimi 5 anni (2017-2021) sono state emanate ben 40 ordinanze di sospensione e di riduzione in pristino a carico di soggetti esercenti attività estrattiva di marmo per violazioni di legge, senza nemmeno una chiusura definitiva". D’altronde non avrebbe il potere di farlo perché, come ricorda proprio il Grig, la legge regionale stabilisce che il Parco abbia sì la competenza dei controlli ma in caso di violazioni possa soltanto ordinare la sospensione dei lavori e il ripristino delle autorizzazioni, non la revoca delle autorizzazioni che spetta invece al Comune: "Chissà perché è più facile trovare una mosca bianca piuttosto che un provvedimento di decadenza di una cava sulle Apuane – attacca ancora il Grig -. E la Regione Toscana, che dovrebbe porvi rimedio in via legislativa, fa il pesce in barile. Sarebbe ora di passare, finalmente, dalle parole ai fatti – concludono -, prima che le Alpi Apuane siano completamente divorate da un’industria estrattiva che dall’arte di Michelangelo è passata al carbonato di calcio per dentifrici e mattoni. Prima che uno straordinario patrimonio naturalistico e culturale sia perso per sempre".