Il falò di San Geminiano ‘riscalda’ il torrente Verde

Una grande folla ieri sera per l’accensione della gigantesca pira sul greto. Una sfida all’ultima scintilla tra i cori di entusiasmo e i mugugni degli avversari

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La ciclopica vampata del falò di San Geminiano ha scaldato la sera schiaffeggiata da una gelida brezza. Si è lanciata alta nel cielo illuminando a giorno il greto del torrente Verde sotto il ponte della Cresa, suscitando come al solito l’entusiasmo della tifoseria del Duomo, ma anche i tradizionali mugugni degli avversari di San Nicolò, in competizione per la disfida dei fuochi. I soliti cori di incitamento o di sberleffo hanno accompagnato lo spettacolo sin dal preambolo del rito, al momento dell’accensione delle fiaccole per arrivare al countdown che ha scandito il decollo delle lingue di fuoco. Come figuranti di una medievale confraternita i fuochisti si sono disposti in cerchio di fronte alla gigantesca pira e hanno immerso le torce nell’enorme catasta di ‘bochi’. Le potenti fiamme hanno tagliato il cielo come un foglio di carta e hanno lanciato una pioggia di scintille: una miriade di stelle per ricordare i 1.626 anni dalla morte del santo.

Nonostante la bassa temperatura una marea di persone ha invaso il centro storico per assistere all’evento dai ponti, sugli "spalti" del parcheggio multipiano e anche nell’area fluviale, invasa da una miriade di scintille. Tanti gli spettatori venuti da fuori per ammirare la performance dei fuochisti del patrono e tra loro anche il prefetto di Massa Carrara Guido Aprea. Il via all’accensione, come al solito, è scattato al termine delle celebrazioni religiose in Duomo quest’anno presiedute dal vescovo emerito di Volterra Alberto Silvani. Nel falò, secondo la tradizione cristiana, si bruciano i cattivi pensieri, le fiamme purificano le anime come in una catarsi, ma in ogni fenomeno, c’è un rovescio: il fuoco richiama anche la competizione. In questo caso quella delle due contrade per vincere la battaglia. Ancora una volta, al di là della disfida, ha vinto la forza delle tradizioni che a Pontremoli rappresentano valori incancellabili. Il falò è uno spirito che danza per rendere omaggio al tempo e alla storia in una melodia di immagini e sensazioni che scaturiscono da precise tecniche di scenografia fuochistica. Ogni consorteria custodisce come una reliquia tutti i segreti nella costruzione della pira invincibile: una specie di cono a punta stondata con 8 metri di diametro alla base e alto almeno 10 metri. Ma dentro le pire vengono architettate arcane e labirintiche prese d’aria per dare al falò l’effetto turbo.

N.B.