I mille modi di sostegno della Pubblica assistenza

Un poliambulatorio e nuove prestazioni sono le iniziative del presidente Giromella "Dobbiamo diversificare per far fronte alle difficoltà del terzo settore"

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La Pubblica assistenza di Carrara è una realtà solida e un punto di riferimento per l’intera provincia, e in tempi di Covid lo è stata anche per la Lunigiana. Ma per stare al passo con le sempre più numerose richieste deve ragionare come un’azienda. E lo fa aprendo il polo medico di Marina di Carrara: un investimento da 300mila euro spalmato su cinque ambulatori specialistici a prezzi calmierati che saranno operativi nel giro di qualche settimana. Il punto infermieristico è già operativo, come anche il centro tamponi Covid, e viaggia con una media di 80 prestazioni al giorno. Per sopravvivere la Pubblica assistenza deve continuamente trovare nuove risorse in grado di garantire l’erogazione di qualcosa come trentamila servizi all’anno. Una vera e propria fame di lavoro che serve a mantenere 70 dipendenti, 380 volontari, 73 mezzi, due palestre, il centro per anziani della ’Banca del sorriso’ di Sorgnano, il servizio veterinario e di recupero animali vaganti, ma soprattutto le quindici ambulanze dell’emergenza 118, che a Carrara regge tutto sulla Pubblica assistenza. Per capire le spese sostenute dalla Pa, basta pensare che un’ambulanza attrezzata costa più di 100mila euro ed ha una vita media di tre anni. Archiviato il successo della ’Festa del volontario’ di Ca’ Michele, si guarda al futuro con il poliambulatorio di Marina. Una struttura che nasce per dare una risposta alle code del servizio pubblico della Asl, e tamponare la mancanza di guardie mediche, in particolare quella turistica di Partaccia ormai ridotta all’osso, con prevedibili difficoltà nel reperire medici disponibili anche per la prossima stagione estiva. Un totale di cinque ambulatori: microdiagnostica, cardiologia, neurologia, ortopedia, medicina dello sport, pneumologia. Non una scommessa ma una precisa volontà per esserci anche domani, come spiega Fabrizio Giromella da vent’anni presidente della Pubblica assistenza, l’uomo del miracolo, colui che da sempre è in prima linea per mantenere in piedi questa solida realtà: "Ogni giorno siamo alla ricerca di un nuovo lavoro – dice – per non andare in default come le altre Pubbliche assistenze. Dobbiamo ragionare da azienda per dare risposte alla cittadinanza e portare sul territorio una parola di conforto. Siamo il punto di riferimento dell’intera provincia e per esserlo ci dobbiamo mantenere. Chi ci dà i soldi per comprare le ambulanze? Chi ci paga la benzina? Chi mantiene settanta dipendenti che garantiscono una copertura di 24 ore e tutte le notti al 118? Chi paga tutto questo? Per esserci oggi e domani ci rimbocchiamo le maniche e ci auto finanziamo. Garantiamo trentamila servizi all’anno e siamo vicini agli anziani con il centro diurno della Banca del Sorriso di Sorgnano. Penso che a livello regionale non ci siano realtà come la nostra. Aiutiamo gli anziani, li andiamo a prendere a casa e ce li riportiamo. Organizziamo tante attività che alleviano la loro solitudine. Siamo alla continua ricerca di lavoro anche per una questione pratica – conclude –: il giorno che Asl decidesse di chiudere un ramo dell’azienda, noi non implodiamo. Le nostre attività sono tutte improntate al futuro. La Pubblica assistenza è l’urgenza e l’emergenza, siamo una forza del terzo settore e abbiamo imparato a variegare le nostre iniziative. L’investimento del poliambulatorio guarda in questa direzione, ma si propone anche come alternativa alle code infinite della Asl e alla mancanza di guardie mediche e turistiche. I prezzi saranno concorrenziali e una volta al mese ci saranno iniziative gratuite".

Alessandra Poggi