I funerali al tempo del Coronavirus: misure super per la sicurezza

Così le onoranze funebri si fanno carico dell'emergenza

Coronavirus

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Carrara, 28 marzo 2020 - Massima attenzione alla sicurezza degli operatori. Si sono attrezzate non lasciando niente al caso le onoranze funebri della nostra provincia. In un periodo in cui il Coronavirus ha assorbito ogni nostro pensiero, chi deve salutare per l'ultima volta il parente deceduto, deve fare i conti con questo virus, anche nel momento del commiato. Impossibile fare un funerale come si faceva soltanto alcune settimane fa, i familiari dei cari estinti, proprio per evitare il contagio, non solo non possono vegliare il parente nei momenti dolorosi che precedono l'ultimo viaggio, ma vengono vivamente scongliati di andare all'obitorio del Noa, ospedale che a tutti gli effetti sta lottando affinché questo virus non si propaghi. Con i medici e gli infermieri, veri eroi di questa battaglia, ci sono anche gli operatori delle onoranze funebri, i quali assicurano, anche in questo momento di grande preoccupazione, un funerale degno per chi lascia questo mondo. Gli operatori delle onoranze funebri si trovano a lavorare con tute con capuccio, occhiali, mascherine di alta generazione.

Ci racconta la sua esperienza Enrico Porta delle onoranze funebri San Ceccardo, che opera sia nella città del marmo che nella zona maggiormente colpita dal virus, ovvero Pontremoli, Aulla. “Ci è capitato di andare a ricomporre una salma in questo periodo di grande preoccupazione per il Coronavirus. Come agenzia abbiamo adottato tutte le attrezzature necessarie per lavorare in sicurezza. Siamo tranquilli, anche quando andiamo a casa e il decesso può risultare incerto, perché adottiamo le stesse precauzioni. Abbiamo fatto della sicurezza totale il nostro biglietto da visita, offriamo come servizio per i parenti del caro estinto anche la sanificazione dei locali dov'è deceduta la persona, con una macchina all'ozono che sterilizza le stanze, eseguiamo questo trattamento di sanificazione sia per batteri che per i virus. Per i nostri dipendenti abbiamo anche acquistato mascherine che costano 100 euro l'una per stare tranquilli. Nell'arco della mia carriera devo dire che soltanto una volta ho assistito a una cosa del genere, quando c'era la paura del contagio da hiv, cosa che ora è diventata routine. Lancio una proposta: si parla tanto che stiamo vivendo una sorta di guerra: bene, secondo me lo Stato dovrebbe pagare il funerale a chi muore per Coronavirus”.

Dice la sua anche Fabrizio Giromella della Pubblica assistenza, associazione che opera in tutta la provincia ed effettua funerali prevalentemente su Carrara: “Abbiamo messo in sicurezza tutti i dipendenti che hanno a che fare con le salme, con mascherine, tute, per preservarli e quindi non farli ammalare. Oltre a questo sanificiamo le auto che vengono utilizzate macchine. Il momento è davvero particolare, in ufficio abbiamo schermato la scrivania al fine di non mettere in contatto gli operatori con le persone”.

Per Massa ci dice la sua Andrea Dell'Amico della Misericordia: “I nostri ragazzi sono tutti bardati dalla testa ai piedi con tute e mascherine speciali. In obitorio abbiamo precise direttive del nosocomio. Ovvio, la preoccupazione di venire contagi c'è, anche perché ci sono stati decessi Covid anche al Noa, che sono stati confinati in una stanza unica, ma cerca di lavorare nella massima sicurezza. Per chi muore con il Covid purtroppo non è previsto il funerale, il corpo viene portato in obitorio già dentro a un sacco protettivo, non c'è la possibilità di vederlo e viene portato al cimitero. I parenti delle persone positive al Covid 19 vengono messe in quarantena”.