di Daniele Rosi   "Servono più spazi perché le dimensioni attuali iniziano ad essere un problema". Questo l’appello lanciato dall’amministratore delegato di Grendi e Mito, Antonio Musso, in occasione della presentazione dei dati dell’ultimo anno del gruppo illustrati insieme alla sorella Costanza Musso.  Un anno, il 2022, chiuso con un aumento del fatturato a 88 milioni di euro e una crescita consolidata, oltre a una nuova struttura organizzativa che prevede nuovi spazi all’intermodalità ferroviaria. Una crescita resa possibile anche grazie al terminal di Marina di Carrara, esteso per 45mila metri quadrati e uno dei quattro in Italia sotto la gestione del gruppo, su cui però secondo l’amministratore è sempre più presente il problema della carenza di spazi.  Gli altri tre terminal sono Olbia con 10mila metri quadrati, Cagliari Roro con 80mila metri quadrati e infine Cagliari Lolo esteso per 145mila quadrati. "Il terminal di Marina rappresenta il nostro home port – ha spiegato Antonio Musso – perché da lì parte tutto il servizio della linea marittima che quest’anno ha numeri in continua crescita. Purtroppo – spiega l’amministratore – la superficie che abbiamo a disposizione rappresenta un problema alla nostra crescita perché siamo arrivati a un livello di saturazione tale da dover pensare a un’ulteriore espansione. Ne abbiamo parlato con il presidente Mario Sommariva e lo abbiamo sempre trovato comprensivo e collaborativo; però oggettivamente le possibilità nelle sue mani non sono molte". Tra le possibili soluzioni per ovviare alla carenza di spazi che attanaglia il gruppo e che rende impossibili nuovi investimenti, da tempo si parla dell’entrata in vigore del nuovo piano regolatore portuale. Piano su cui però lo stesso amministratore delegato si è detto non del tutto fiducioso, soprattutto per le tempistiche lunghe e per un futuro quanto mai incerto.  "C’è un nuovo piano regolatore portuale che speriamo possa passare alla svelta – ammette Musso – perché ci risolverebbe buona parte dei problemi di spazio. In ogni caso anche se realizzato, si tratta però di un progetto con arco temporale minimo di quattro o cinque anni a essere ottimisti. Attualmente stiamo individuando degli spazi all’esterno del porto, sapendo che ci metteremmo addosso dei maggiori costi, ma è l’unico modo che abbiamo per crescere. Avevamo un progetto per l’utilizzo e ristrutturazione del campo sportivo dietro al porto, ma la nostra proposta al Comune non sembra essere stata accolta. Siamo alla ricerca di altre soluzioni ma siamo meno positivi rispetto al passato. Ci troviamo bene a Marina di Carrara – sottolinea Musso - e per ora non mi sento di prendere in considerazione scelte drastiche. Però un’infrastruttura che non permette a un’azienda di crescere, è un’infrastruttura sulla quale non si può puntare né investire". Dati alla mano, il gruppo Grendi nel terminal di Marina ha mosso 83731 container, 1898 cassette e 50506 rotabili, per un valore complessivo di poco superiore ai tre milioni di tonnellate annue. Un dato che da solo rappresenta il 57 per cento del totale dell’attività portuale. Dal 2016 ad oggi c’è stato un incremento anche per quanto riguarda il personale diretto. Se nel 2016 rappresentava 16 persone, nel 2022 sono raddoppiate a 32. Il gruppo dà lavoro a 157 dipendenti che arrivano a 400 con l’indotto. Entro la fine dell’anno sono previsti investimenti per 22 milioni di euro, secondo unprogetto partito nel 2019. "All’interno di Grendi siamo molto sensibvili alel quote rosa – ha aggiunto Costanza Musso – tanto che nelle posizioni apicali il 43 per cento sono donne: 6 su 14. Il 32 per cento dei dipendenti è sotto i 40 anni. Abbiamo dato importanza alla qualità del lavoro con salette ad hoc destinate agli per autisti e personale viaggiante che saranno operative in tutte le sedi entro il 2023. Abbiamo partecipato al crowdfoundig di Rinverdiamo Marina con grande soddisfazione".

Cronaca

di Daniele Rosi 

"Servono più spazi perché le dimensioni attuali iniziano ad essere un problema". Questo l’appello lanciato dall’amministratore delegato di Grendi e Mito, Antonio Musso, in occasione della presentazione dei dati dell’ultimo anno del gruppo illustrati insieme alla sorella Costanza Musso. 
Un anno, il 2022, chiuso con un aumento del fatturato a 88 milioni di euro e una crescita consolidata, oltre a una nuova struttura organizzativa che prevede nuovi spazi all’intermodalità ferroviaria. Una crescita resa possibile anche grazie al terminal di Marina di Carrara, esteso per 45mila metri quadrati e uno dei quattro in Italia sotto la gestione del gruppo, su cui però secondo l’amministratore è sempre più presente il problema della carenza di spazi. 
Gli altri tre terminal sono Olbia con 10mila metri quadrati, Cagliari Roro con 80mila metri quadrati e infine Cagliari Lolo esteso per 145mila quadrati. "Il terminal di Marina rappresenta il nostro home port – ha spiegato Antonio Musso – perché da lì parte tutto il servizio della linea marittima che quest’anno ha numeri in continua crescita. Purtroppo – spiega l’amministratore – la superficie che abbiamo a disposizione rappresenta un problema alla nostra crescita perché siamo arrivati a un livello di saturazione tale da dover pensare a un’ulteriore espansione. Ne abbiamo parlato con il presidente Mario Sommariva e lo abbiamo sempre trovato comprensivo e collaborativo; però oggettivamente le possibilità nelle sue mani non sono molte". Tra le possibili soluzioni per ovviare alla carenza di spazi che attanaglia il gruppo e che rende impossibili nuovi investimenti, da tempo si parla dell’entrata in vigore del nuovo piano regolatore portuale. Piano su cui però lo stesso amministratore delegato si è detto non del tutto fiducioso, soprattutto per le tempistiche lunghe e per un futuro quanto mai incerto. 
"C’è un nuovo piano regolatore portuale che speriamo possa passare alla svelta – ammette Musso – perché ci risolverebbe buona parte dei problemi di spazio. In ogni caso anche se realizzato, si tratta però di un progetto con arco temporale minimo di quattro o cinque anni a essere ottimisti. Attualmente stiamo individuando degli spazi all’esterno del porto, sapendo che ci metteremmo addosso dei maggiori costi, ma è l’unico modo che abbiamo per crescere. Avevamo un progetto per l’utilizzo e ristrutturazione del campo sportivo dietro al porto, ma la nostra proposta al Comune non sembra essere stata accolta. Siamo alla ricerca di altre soluzioni ma siamo meno positivi rispetto al passato. Ci troviamo bene a Marina di Carrara – sottolinea Musso - e per ora non mi sento di prendere in considerazione scelte drastiche. Però un’infrastruttura che non permette a un’azienda di crescere, è un’infrastruttura sulla quale non si può puntare né investire".
Dati alla mano, il gruppo Grendi nel terminal di Marina ha mosso 83731 container, 1898 cassette e 50506 rotabili, per un valore complessivo di poco superiore ai tre milioni di tonnellate annue. Un dato che da solo rappresenta il 57 per cento del totale dell’attività portuale. Dal 2016 ad oggi c’è stato un incremento anche per quanto riguarda il personale diretto. Se nel 2016 rappresentava 16 persone, nel 2022 sono raddoppiate a 32. Il gruppo dà lavoro a 157 dipendenti che arrivano a 400 con l’indotto. Entro la fine dell’anno sono previsti investimenti per 22 milioni di euro, secondo unprogetto partito nel 2019. "All’interno di Grendi siamo molto sensibvili alel quote rosa – ha aggiunto Costanza Musso – tanto che nelle posizioni apicali il 43 per cento sono donne: 6 su 14. Il 32 per cento dei dipendenti è sotto i 40 anni. Abbiamo dato importanza alla qualità del lavoro con salette ad hoc destinate agli per autisti e personale viaggiante che saranno operative in tutte le sedi entro il 2023. Abbiamo partecipato al crowdfoundig di Rinverdiamo Marina con grande soddisfazione".

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