Giro d’usura, imprenditore minacciato. Frasi-choc: "Ti prendo a coltellate"

Imprenditore apuano vessato dalla gang

Forze dell'ordine al lavoro

Forze dell'ordine al lavoro

Massa, 17 novembre 2018 - Lo dice a chiare lettere. «Se non mi fossi trovato in quello stato di soggezione, avrei fatto vendere la casa a un’agenzia al migliore prezzo». Impossibile però farlo «dietro le minacce» della gang sgominata dai carabinieri nell’operazione «Drago» coordinata dalla Dda di Genova. Dalle parole di una delle vittime di estorsione (Mario A.) emerge come per mesi «vendere la casa a quella donna», una complice della banda, «non è stata una scelta libera ma un obbligo imposto dall’intervento di altri due complici». Dichiarazioni rese dall’uomo agli inquirenti che testimoniano il clima di terrore in cui ha vissuto per molti mesi. Si è tolto un peso affidando la sua brutta storia a carabinieri e magistratura. «Il mio assistito – sottolinea il suo legale, l’avvocato Matteo D’Amico – è sempre stato fiducioso nel lavoro dell’autorità giudiziaria e della giustizia. Questo momento è importante perchè ha visto una risposta concreta alle sue speranze. Non è stata bella esperienza ma ora è sollevato e spera che questa storia finisca quanto prima nelle sedi opportune, secondo un percorso trattato dall’autorità giudiziaria».

LACRIME. Tremava come una foglia e piangeva il bancario a sua volta finito nelle grinfie della banda che agiva con «metodi tipici delle organizzazioni mafiose». Era stato loro complice, le lacrime sono scese quando temeva di essere denunciato da un cliente da lui truffato con falsi investimenti. Le minacce erano uno stratagemma della banda per spillargli soldi e «farlo soffrire un po’», anche organizzando una finta sparatoria. «Non ho un euro, non so dove prenderli» ripeteva il bancario a fronte delle pressanti richieste di denaro. In tutto ha consegnato 23mila euro «con minaccia e forte pressione psicologica»

ACCUSE. Associazione a delinquere e truffa i reati contestati agli indagati finiti in carcere, cui si aggiungono anche le accuse di turbativa d’asta e usura. Nel primo caso la contestazione riguarda proprio la volontà di «annullare» con la violenza la vendita di una casa all’asta. Gli stessi metodi venivano usati anche per recuerare un credito di 3300 a un imprenditore locale. «Quando mi ridai i soldi? il tempo è scaduto, ti prendo a coltellate» le frasi intercettate dai carabinieri.

DIFESE. Oggi i legali degli indagati andranno a Genova per acquisire il faldone di 2000 pagine di atti dell’indagine. Gli arrestati sono stati divisi fra il carcere di Massa, Spezia e Pisa. Lunedì previsto l’iinzio degli interrogatori di garanzia.